Proficua attività del Settore diretto dal dottor Antonio Grande
50776 persone identificate, 17150 veicoli controllati, 4193 pattuglie effettuate, 52 persone indagate in stato di arresto di cui 5 favoreggiatori di immigrazione clandestina, 1 fermo di indiziato di delitto, 500 persone indagate in stato di libertà, 411 immigrati irregolari rintracciati di cui 60 immediatamente riammessi in Slovenia (come da vigenti accordi bilaterali tra i due Stati) e 219 richiedenti protezione internazionale. Inoltre, sono stati sequestrati oltre 120.000 articoli e prodotti di varia natura, contraffatti o privi dei marchi di sicurezza europei nonché numeroso materiale di origine delittuosa.
Questi sono i numeri di un anno di intensa e proficua attività operativa del Settore Polizia di Frontiera di Trieste, diretto dal dott. Antonio Grande sotto la regia del nuovo Dirigente della IV Zona Polizia di Frontiera per il Triveneto, dott.ssa Irene Tittoni, la quale vanta una grande esperienza in materia di immigrazione.
Nell'anno corrente, l'attività che più ha impegnato il nucleo investigativo del Settore e le pattuglie, in servizio di retrovalico lungo l'intera fascia confinaria h24, è stata la gestione del flusso migratorio con picchi registrati nei mesi di gennaio, giugno, luglio ed agosto. Gruppi di migranti irregolari, tra cui anche numerosi minorenni, sono stati rintracciati sull'altopiano carsico, dopo che erano stati abbandonati dai conducenti dei furgoni a bordo dei quali erano entrati illegalmente in Italia. I migranti, in prevalenza afghani, pakistani e bengalesi, hanno tutti risalito, con modalità e tempi diversi, la cosiddetta "Rotta balcanica". Per il viaggio, la cui destinazione finale, oltre all'Italia, era per lo più il Nord Europa e a volte la Francia e la Spagna, gli stessi hanno pagato alle organizzazioni criminali dedite al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina diverse migliaia di euro. Da segnalare che tutti i minorenni non accompagnati sono stati affidati a idonee strutture di accoglienza cittadine o regionali.
Di particolare importanza è stato, nell'ambito dei controlli di retro valico, il rintraccio nel giugno scorso, a bordo di un autobus di linea proveniente dalla Francia e diretto in Romania, di una minorenne francese segnalata come scomparsa dalla Francia. Lo zelo degli operatori e i successivi accertamenti, eseguiti in collaborazione con la Digos della locale Questura, hanno permesso di appurare che la giovane era intenzionata a recarsi in Siria nei teatri di guerra.
Per quanto riguarda i soggetti arrestati, in prevalenza stranieri, oltre la metà erano destinatari di provvedimenti restrittivi emessi dall'autorità giudiziaria italiana, in particolare, per reati contro il patrimonio (furto, rapina, ricettazione, riciclaggio) e per delitti contro la persona (lesioni personali, sequestro di persona). Altri soggetti sono stati, invece, indagati in stato di libertà per reati contro il patrimonio e contro la fede pubblica (uso di atto falso, falsità in scrittura privata, falsa attestazione sull'identità a pubblico ufficiale) nonché per violazione della normativa sull'immigrazione (ingresso e soggiorno, inottemperanza ai provvedimenti di espulsione e divieti di reingresso, allontanamento per motivi di sicurezza dei cittadini comunitari) e di quella sugli stupefacenti.
Ingente ed eterogeneo è stato il materiale sequestrato nel corso dell'anno durante le attività di retrovalico: da sostanze stupefacenti di varia tipologia, veicoli, attrezzi da lavoro, armi bianche, a certificati assicurativi, targhe automobilistiche, gioielli, profumi, calze, cartucce fino ad arrivare a diversi prodotti elettrici ed elettronici. Si tratta di articoli contraffatti o provenienti da attività delittuosa, ma anche di oggetti non conformi alla normativa europea sulla sicurezza dei prodotti, come la merce di origine cinese sequestrata in collaborazione con la locale Dogana, nell'ambito di diversi controlli effettuati in località Fernetti, negli ultimi mesi.
Di esclusiva competenza del Settore Polizia di Frontiera di Trieste è il procedimento di riammissione senza formalità dei cittadini di Stati terzi che attraversano illegalmente il confine del territorio nazionale, procedimento questo previsto dai vigenti accordi bilaterali tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di Slovenia. Nell'anno corrente, questo Settore ha gestito quasi un centinaio di richieste di riammissione pervenute da tutte le forze di polizia della provincia e diverse decine di domande di riammissione trasmesse dal collaterale organo sloveno.
Tra i compiti specifici della Polizia di Frontiera rientra anche quello di seguire tutto l'iter delle estradizioni tra Italia e Slovenia; in particolare, questo Ufficio si è occupato di dieci estradizioni attive e di quattro passive.
Costante e proficua è stata la cooperazione tra la Polizia di Frontiera di Trieste e le forze di polizia della Repubblica di Slovenia. Entrambi i Paesi sono, infatti, interessati dai tipici fenomeni delinquenziali transfrontalieri che si possono contrastare in modo ottimale proprio attraverso una sinergia delle professionalità, esperienze e capacità di entrambe le parti. Frequenti ed efficaci sono stati anche i contatti con le Forze di Polizia di Austria, Croazia, Germania, Romania ed Ungheria. Altrettanto importante è stata la collaborazione con le altre Forze di Polizia italiane: infatti, questo Ufficio ha collaborato in maniera proficua non soltanto con altre articolazioni della Polizia di Stato, ma anche con l'Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza.
Da notare infine che il personale di questo Ufficio si è distinto anche nelle numerose aggregazioni presso il sito dell'Expo di Milano nonché nell'ambito delle operazioni Frontex e Triton nel bacino del Mediterraneo.