Intensa attività della locale Polizia di frontiera
Infreddoliti, affamati, allo stremo delle forze. Così sono apparsi i ventotto clandestini fermati nella mattinata di ieri sull'altopiano carsico dalla IV Zona Polizia di Frontiera - Settore di Trieste. Si tratta di cittadini eritrei, pakistani, siriani, somali e sudanesi, di età compresa tra i 17 e i 40 anni; nel gruppo ci sono anche cinque donne. Il personale della Polizia di Frontiera ha immediatamente provveduto alle loro prime necessità.
Gli extracomunitari sono stati rintracciati in piccoli gruppi nell'ambito dei consueti controlli di retrovalico che sono stati ulteriormente potenziati soprattutto per far fronte al fenomeno dell'immigrazione illegale. Al termine delle verifiche, tre di loro hanno chiesto asilo politico e l'unico minorenne è stato affidato a un'idonea struttura; tutti gli altri sono stati, invece, sottoposti alle previste procedure amministrative.
Secondo i primi accertamenti, tutti i ventotto clandestini avrebbero viaggiato, nell'ultimo tratto verso l'Italia, all'interno di un furgone, ammassati l'uno sull'altro, in condizioni di grande disagio. Una volta scaricati dal furgone, i clandestini avrebbero proseguito a piedi, per essere poco dopo fermati dalle pattuglie. All'arrivo in Italia, si sarebbero cambiati i vestiti; infatti, sono stati rinvenuti, tra i cespugli, cumuli di indumenti. In tempi diversi e con vari mezzi di fortuna, gli extracomunitari avrebbero viaggiato attraverso la cosiddetta rotta balcanica; molti di loro avrebbero anche percorso a piedi lunghi tratti in zone montane impervie, camminando per più di quindici ore al giorno. Tutti avrebbero pagato agli organizzatori cospicue somme di denaro.