Questura di Trieste

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Individuato e sgominato sodalizio criminale moldavo-romeno

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Brillante operazione denominata "SPQR" della Polizia Stradale

QUESTI I RISULTATI DELL'OPERAZIONE DENOMINATA "SPQR", qui di seguito illustrata.

Sei mesi di indagini, 9 arresti, 1 persona da ricercare, 11 autovetture sequestrate, provento di furti avvenuti nella provincia di Roma e di Venezia: è il bilancio di una brillante operazione della Squadra di Polizia Giudiziaria del Compartimento Polizia Stradale per il Friuli-Venezia Giulia, con la collaborazione della Polizia Slovena, che ha permesso di infliggere un duro colpo ad una organizzazione criminale formata da soggetti provenienti dalla Romania e dalla Moldavia, specializzati nel furto e nella ricettazione di veicoli marca BMW e RANGE ROVER.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Trieste - Dott. FREZZA Federico, hanno portato, in varie fasi, all'arresto dei corrieri delle vetture rubate tutte transitanti, attraverso i valichi confinari in provincia di Trieste, nella vicina repubblica slovena e destinate al mercato clandestino ungherese e moldavo, ed all'individuazione e fermo dei ladri e dei vertici dell'organizzazione criminale.-

DESCRIZIONE DELL'OPERAZIONE

L'indagine prendeva il via nei primi giorni di marzo del corrente anno, allorquando due autovetture BMW X1, al confine di Fernetti (TS), non ottemperavano all'alt imposto da pattuglie della polizia stradale e della polizia di frontiera di Trieste, scappando, ad alta velocità, nella vicina Repubblica Slovena.

Non considerandolo un episodio isolato, gli investigatori della polizia stradale triestina iniziavano un lavoro di "intelligence" al fine di giungere all'individuazione di un unico filo conduttore, prendendo in esame una notevole mole di dati, di transiti di veicoli avvenuti lungo la rete viaria del Friuli-Venezia Giulia, in particolar modo lungo l'asse confinario della provincia di Trieste, con la Repubblica Slovena. Si giungeva, in tal modo, all'individuazione non di soggetti fisici, ma bensì di veicoli, non rubati, quindi "cd. puliti", dei quali veniva accertata la presenza sul territorio triestino, sia in occasione del passaggio delle due BMW rubate, che di altri transiti di mezzi di illecita provenienza, successivamente accertati.

Una volta individuati tali mezzi venivano istituiti mirati servizi di appostamento e pedinamento, anche con l'ausilio di apparecchiature idonee alla localizzazione dei luoghi e delle persone che permettevano man mano di addivenire all'identificazione degli autisti di tali autovetture (gravitanti nella provincia di Roma), utilizzate come vere e proprie staffette, con il compito di segnalare, in tempo, la presenza delle forze di polizia ai conducenti dei veicoli rubati.

Iniziavano così i primi fermi, in territorio sloveno, dei veicoli rubati, fermi resi possibili anche dalla continua e mutua collaborazione della Squadra di Polizia Giudiziaria del Compartimento Polizia Stradale di Trieste con il collaterale organo di Polizia Sloveno. Infatti, in data 08 marzo 2013, la polizia slovena sull'autostrada Lubiana - Maribor, fermava e arrestava il cittadino moldavo COLTA Iurie, di anni 26, in quanto sorpreso alla guida di un autovettura BMW X5, rubata a Roma nella stessa nottata.

In data 18 marzo u.s. personale della polizia di Murska Sobota (Slo) e di Celje (Slo) dopo un lungo e pericoloso inseguimento, arrestava rispettivamente, CASU Ion, cittadino moldavo di anni 28, trovato alla guida di un veicolo BMW X6, compendio di furto in Venezia, e PLESCAN Viorel, cittadino romeno di anni 31, alla guida di altro BMW X6, sempre rubato nel corso della medesima notte, in provincia di Venezia.

Tali arresti davano un ulteriore input alle indagini, permettendo di addivenire all'individuazione di utenze cellulari riferite a soggetti, in quel momento non identificati, ma considerati dagli investigatori triestini di primo piano nell'organigramma del sodalizio criminale perseguito. Iniziavano così le operazioni tecniche di intercettazione, fondamentali per giungere sia all'identificazione dei vertici dell'organizzazione, che al modus operandi adottato, ovvero alle rotte della ricettazione e riciclaggio dei mezzi rubati.

Il modus operandi adottato consisteva nel rubare le macchine (BMW e Range Rover), operazioni che venivano eseguite nel lasso temporale di circa due minuti, (una volta infranto il vetro del finestrino laterale, i ladri si introducevano all'interno dell'abitacolo della vettura e mediante trasponder codificavano una chiave cd "vergine", inserendo all'interno del suo chip i codici originali, di fatto creando una terza chiave), poi in tempi molto brevi i mezzi erano consegnati ai corrieri i quali li trasportavano sino ai valichi confinari con la Slovenia, della provincia triestina, per poi condurli alle destinazioni finali (Ungheria e Moldavia).

Si segnala che il più delle volte, come ormai da prassi consolidata, la fase operativa relativa al fermo dei veicoli rubati risultava particolarmente difficile e pericolosa, in quanto sia gli autisti che i staffettisti ponevano in essere manovre di guida spericolate e ad elevata velocità, tentando in più occasioni di sfondare i blocchi predisposti dalle forze di Polizia.

Dalle conversazioni intercettate, gli investigatori della polizia stradale triestina apprendevano che nella notte tra il 18 e 19 di giugno 2013, sarebbe dovuto avvenire un importante trasporto di veicoli rubati, tutti diretti, in transito attraverso i valichi confinari della provincia di Trieste, nella vicina Repubblica Slovena. Veniva, pertanto, predisposto un dispositivo, con l'ausilio di personale delle squadre di P.G. della Sezione di Udine e Sottosezione di Palmanova, e con le pattuglie d'istituto della Sezione di Trieste e Sottosezione di Palmanova, per addivenire all'individuazione dei mezzi rubati ed al loro fermo.

Infatti, nella tarda serata del 18 giugno al casello autostradale del Lisert, con una azione che ha visto operare, in contemporanea, 15 agenti in borghese, più personale in divisa venivano fermati quattro Suv, tutti rubati nella provincia di Roma, due Range Rover Evoque, una Range Rover Sport ed una BMW X6, e venivano arrestati i corrieri, BADESCU Nicolae Daniel, cittadino romeno di anni 46, IABANJI Ion, cittadino Moldavo di anni 36, NICOLAE Ionut, cittadino romeno di anni 29 e CEGA Alexandru, cittadino romeno di anni 32. Tutti soggetti pluripregiudicati e facenti parti, in pianta stabile, dell'associazione criminale, figure particolarmente pericolose, come il CEGA Alexandru, il quale, pochi mesi prima del suo fermo, aveva tentato di investire personale dei carabinieri, dandosi poi alla fuga.

Tale duro colpo inferto all'organizzazione, metteva grande agitazione nei vertici del sodalizio, chiaramente non passando inosservato l'arresto, in contemporanea, di quattro dei sodali, quindi, per far si che gli altri associati non si dessero alla fuga all'estero, in data 03 agosto u.s., alle prime ore del mattino, personale della Squadra di Polizia Giudiziaria del Compartimento Polizia Stradale di Trieste, coadiuvato da personale dell'omologo servizio di Roma, dava esecuzione a due decreti di fermo, emessi dal P.M. Dott. Federico FREZZA, titolare dell'indagine, arrestando a Rocca di Papa (RM), il cittadino moldavo PINTEA Dionisie, di anni 27, considerato elemento di spicco dell'associazione criminale perseguita, e a Tivoli (RM) il cittadino romeno OANTA Florin Dorian di anni 24, anch'esso elemento di primaria importanza, tra le altre cose, soggetto che si occupava, in prima persona, di reperire e rubare le autovetture, un altro cittadino moldavo, colpito dal decreto di fermo, risulta da ricercare in quanto riparatosi all'estero.

Nel corso delle operazioni di perquisizione venivano rinvenuti strumenti atti all'effrazione, chiavi cd "vergini" marca Range Rover, Trasponder, guanti in lattice, cellulari riconducibili alle operazioni di intercettazione, e denaro in contanti attribuibile a tali illecite attività.

Appare rilevante sottolineare che l'Operazione "SPQR" è nata dall'attenta analisi del modus operandi criminale che ha portato allo sviluppo di un articolato e prospettico progetto generale di contrasto, non essendo ormai sufficiente limitarsi al singolo episodio di controllo del territorio. Infatti tale indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Trieste, P.M. dr. Federico FREZZA, che ha portato all'arresto di criminali di spessore, si è articolata in sei mesi di lavoro, nell'ambito dei quali sono state utilizzate tutte le attuali tecnologie investigative, senza l'utilizzo delle quali, unitamente alle capacità investigative e operative degli agenti, ed al loro perfetto coordinamento, operando gli stessi in più località, non sarebbe stato possibile ottenere questi risultati. Risultati ottenuti anche grazie all'ormai consolidato rapporto lavorativo, di reciproca collaborazione, con la Polizia Slovena, rapporto costruito in anni di collaborazione.


08/08/2013

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