Intervento nel fine settimana del personale del locale Ufficio di Polizia di frontiera marittima
Lo scorso week end un cittadino italiano, L.T.A., nato a Napoli nel 1954 ma residente a Monaco di Baviera, evidentemente inconsapevole del provvedimento giudiziario pendente su di lui, voleva partire per l'Albania. Durante il servizio del controllo del territorio in ambito portuale, in particolare dell'area in concessione alla Trieste Terminal Passeggeri S.p.a. del locale Porto Franco Nuovo di Trieste, destinata all'ormeggio del traghetto diretto in Albania, una pattuglia dell'Ufficio di Polizia di Frontiera Marittima della IV^ ZONA di Polizia di Frontiera, insospettita dell'aggirarsi di due uomini nottetempo nella citata area, li fermava e li controllava. Si trattava di un cittadino albanese incensurato e il cognato, L.T.A., appunto, con a carico numerosi precedenti e destinatario di un provvedimento per l'esecuzione dell'ordine di carcerazione del Tribunale di Potenza..
Dopo aver effettuato gli accertamenti di rito per poter determinare la certa identità, si è appurato che il connazionale è stato condannato nell'arco temporale intercorrente dal 1998 al 2008 con ben 10 sentenze emesse dai Tribunali di Napoli, di Salerno, di Prato, di Roma, di Crotone e in ultimo di Potenza, per aver commesso in diversi periodi reati prevalentemente contro il patrimonio, quali furto, rapina, ricettazione e contraffazione di pubblici sigilli, per un totale di 16 anni e 9 mesi di reclusione, ma da espiare 13 anni, 8 mesi e 24 giorni, e 6.316,46 euro di multa.
L.T.A., che voleva accompagnare il cognato in Albania per un viaggio di piacere, col traghetto "Filippos" che sarebbe partito all'indomani alla volta di Durazzo; è stato associato, invece, presso la locale Casa Circondariale a disposizione dell'autorità giudiziaria competente.