Anche il maestro Muti in piazza a Trieste
"C'è più sicurezza insieme": questo è il titolo celebrativo delle manifestazioni che - iniziatesi giovedì scorso a Roma (si concluderanno domani, domenica) - si sono svolte questa mattina a Trieste in occasione del 159.o anniversario della fondazione della Polizia.
Nel capoluogo giuliano le celebrazioni sono iniziate con la deposizione di una corona in memoria di tutti i caduti della Polizia di Stato nel famedio della Questura da parte del Commissario del Governo del Friuli Venezia Giulia e Prefetto di Trieste Alessandro Giacchetti e del Questore Giuseppe Padulano, presente una delegazione della sezione locale dell'Associazione nazionale Polizia di Stato con il labaro. Successivamente ha avuto inizio la cerimonia ufficiale in piazza dell'Unità d'Italia, alla quale hanno preso parte le massime autorità politiche, amministrative, militari e religiose. Tutte le componenti del tessuto sociale non solo cittadino si sono raccolte in piazza, unitamente alla cittadinanza che ha assistito all'evento e ha potuto visitare gli spazi espositivi appositamente allestiti dall'Ufficio relazioni esterne e cerimoniale della Questura e dalle specialità della Polizia di Stato.
Gradita la presenza del mondo dello sport, dell'imprenditoria, della cultura, della politica, degli studenti - di ogni ordine e grado - e in generale dei tanti giovani, così come importante è stata la presenza del grande direttore d'orchestra Riccardo Muti, al quale, poco prima, nell'aula del Consiglio comunale, era stata conferita la cittadinanza onoraria, attribuitagli a seguito della sua direzione dell'edizione 2010 del concerto "Le vie dell'amicizia", svoltosi proprio in questa piazza dell'Unità d'Italia il 13 luglio alla presenza dei capi di Stato di Italia, Slovenia e Croazia (Giorgio Napoletano, Danilo Turk e Ivo Jopsipovic) e davanti a oltre 10 mila spettatori (per la cronaca l'edizione 2011 del concerto si terrà in tre giornate fra Piacenza, Ravenna e Nairobi).
Dopo la lettura dei messaggi del Capo dello Stato, del Presidente del Consiglio dei Ministri, del Ministro dell'Interno e del Capo della Polizia, il Questore Giuseppe Padulano ha salutato i presenti e nella sua allocuzione ha ricordato come il motto "C'è più sicurezza insieme" evidenzia "l'esigenza di fare "sistema" tra le istituzioni, gli enti, i cittadini. La sicurezza, quale bene di tutti, è in cima alle esigenze individuali e la domanda da parte dei cittadini è forte ed investe tutti i campi. Oggi -ha proseguito Padulano - va sempre più affermandosi un modello di sicurezza che va incontro ai bisogni di rassicurazione e di recupero della coesione sociale di cui la società è portatrice. Quindi diventa fondamentale "stare insieme" tra le autorità garanti dell'ordine pubblico e le amministrazioni locali in una concezione di sicurezza allargata alla qualità della vita del contesto urbano".
Il Questore si è soffermato anche sul ruolo dei giovani, sulle loro problematiche, sul modo in cui porsi per cercare almeno in parte di risolverle, perché il compito della Polizia di Stato è anche quello di "ascoltare le "voci del domani". E che non è mai una Polizia "contro" e che agisce "sempre nel rispetto della dignità delle persone".
Un'analisi a tutto campo e a tutto tondo quella del Questore, arricchita di dati statistici che per nulla sono risultati essere aridi tanto sono stati calzanti e penetranti l'esistente nelle sue variegate e parimenti importanti componenti, Questore che ha voluto ringraziare anche gli organi di informazione, "preziose antenne sul territorio", certo che "la spettacolarizzazione dei titoli non corrisponde a volte alla correttezza sempre riscontrata nel contenuto degli articoli e dei servizi".
Il Questore ha concluso la sua allocuzione rivolgendo "un pensiero commosso per i poliziotti che ci hanno lasciato e che hanno avuto il torto di fare il proprio dovere. Quel dovere ed impegno che metteremo sempre con rinnovata energia per una città di cui sentiamo l'affetto, la fiducia e la generosità" ha affermato Padulano, a capo di "958 angeli, poliziotti al servizio della gente triestina che può contare su di loro".
E' stato, quindi, premiato il personale particolarmente distintosi in operazioni di Polizia giudiziaria. Un encomio è stato assegnato all'Agente Scelto Giovanni Santamaria, mentre due lodi sono state attribuite all'Assistente Giorgio Camardella e all'Agente Scelto Francesco Vit. Sono state assegnate anche due lodi collettive: una al Sostituto Commissario Sergio Collari, all'Ispettore Capo Massimo Miani, all'Assistente capo Ramon Paolo De Blasio e all'Asistente Fabio Devescovi. Un'altra al Sostituto Commissario Stefano Lenardon, all'Ispettore Capo Valter Stefanutti, al Sovrintendente. Paolo Taverna e all'Assistente capo Attilio Cristiano Rossi.
Sono stati premiati con una medaglia commemorativa della Polizia di Stato anche due concittadini, Stefano Barichello e Marco Zaccaria, che hanno contribuito a far trarre in arresto alcuni ladri.
In ordine cronologico lo Zaccaria, socio della sezione locale dell'Associazione nazionale Polizia di Stato, in data 16 dicembre 2010 ha notato un giovane strappare la borsetta a una donna in una via del centro cittadino e fuggire precipitosamente. Senza alcuna esitazione lo ha inseguito ed è riuscito a bloccarlo per poi consegnarlo agli operatori della Squadra Mobile giunti immediatamente sul posto grazie alla telefonata effettuata al 113 dallo stesso Zaccaria. Il malintenzionato è stato successivamente tratto in arresto.
In data 9 marzo 2011, invece, il Barichello ha notato in una via del centro cittadino due giovani intenti a trasportare e caricare a mano un motoveicolo all'interno di un furgone, a bordo del quale si sono allontanati dalla zona. Il Barichello ha prontamente telefonato al 113 e ha fornito dettagliate descrizioni dei due ladri e del mezzo di trasporto, permettendo agli operatori della Squadra Volante di rintracciare in una zona relativamente distante dapprima il furgone e successivamente i due a bordo di un'autovettura che tentavano di far perdere le proprie tracce dirigendosi verso la Slovenia. I ladri sono stati successivamente tratti in arresto.
E' seguito un apprezzato momento musicale presentato da Bettina Carniato, consistente nell'esibizione dell'Ensemble di ottoni e percussioni del Conservatorio Tartini diretto da Romolo Gessi, apertosi con l'Inno di Mameli. Sono state proposte, quindi, alcune grandi colonne sonore: il "Preludio del Te Deum" di Marc-Antoine Charpentier, "Il ponte sul fiume Kwai" di Keneth Alford-Malcolm-Arnold, "New York, New York" di John Kander, "La leggenda del pianista sull'oceano" e "Il buono, il brutto, il cattivo" di Ennio Morricone e "Indiana Jones" di John Williams.
Al termine dell'esibizione, il Questore ha omaggiato con un mazzo di fiori la Carniato e ha consegnato una targa a Gessi, auspicando ai giovani musicisti future importanti soddisfazioni e successi personali.
In occasione di questa importante ricorrenza ha ricoperto particolare rilevanza e significato - come sottolineato dallo stesso Questore - la vicinanza non solo ideale, la sensibilità e la generosità di alcuni sponsor, operatori commerciali e aziende non solo cittadini.