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600 giubbotti sequestrati saranno donati in beneficienza

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La Polizia di Frontiera regala un sorriso a chi ne ha più bisogno

Nel corso della notte del 1° novembre scorso, durante un posto di controllo nei pressi dell'ex valico confinario di Fernetti, la Polizia di Frontiera di Trieste aveva sequestrato 600 giubbotti invernali di diversi modelli e colori tutti di note marche per un valore di diverse migliaia di euro.

La merce era stata rinvenuta all'interno di un furgone con targa ungherese che stava entrando in territorio nazionale, alla cui guida si trovava un cittadino ungherese di 30 anni, che è stato indagato a piede libero per i reati di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi.

Gli operatori, infatti, avevano appurato che la merce era contraffatta essendo i codici identificativi riportati sulle etichette dei giubbotti falsi, in quanto gli originali di quelle marche riportano ognuno un codice identificativo univoco, mentre questi riportavano tutti lo stesso codice.

Inoltre, la ditta di Firenze alla quale era destinata la merce risultava inesistente.

Allora sia la merce che il furgone erano stati sequestrati.

Invece di essere distrutti come da prassi, grazie a quanto disposto dalla locale competente autorità giudiziaria e grazie alla collaborazione dell'Assessore alla promozione e protezione sociale del Comune di Trieste Carlo Grilli, i giubbotti potranno essere distribuiti alle persone più bisognose.

Destinatari di questi giubbotti, dai quali sono stati tolti i marchi riconducibili alle marche, saranno alcune importanti realtà socio-assistenziali cittadine fra le quali la Comunità di San Martino al Campo, la Caritas, la Fondazione Luchetta-Ota-D'Angelo-Hrovatin e il Villaggio del Fanciullo che con l'Associazione "Si può fare" curerà la rimozione dei marchi.

La consegna non solo simbolica di questi capi d'abbigliamento, che saranno destinati per lo più a ragazzi bisognosi e ai senza tetto, è avvenuta questa mattina presso gli Uffici del locale Settore Polizia di frontiera alla presenza del Dirigente, la dottoressa Manuela De Giorgi, dell'Assessore Carlo Grilli e, per le realtà di cui sopra, di don Mario Vatta, di don Roberto Pasetti, del dottor Gianni Scarpa e di don Pier Giorgio Ragazzoni.

Dall'intervento della De Giorgi è emerso quanto sia stato importante fare sistema e - come affermato da Grilli - "trasformare le fragilità in opportunità", in questo caso in solidarietà.

Per dirla con don Vatta, "l'aspetto negativo della società è stato trasformato in un elemento di benessere per alcune categorie disagiate e questa collaborazione testimonia come certe cose si possono fare se si è assieme, mentre sono difficili da farsi se si rimane isolati".

Parole di gratitudine sono state espresse anche da don Pasetti e da Scarpa, mentre don Ragazzoni, nella sua veste anche di responsabile dell'Associazione "Si può fare", ha sottolineato il fatto che "questo semplice ma non immediato lavoro di rimozione dei marchi sarà svolto da ragazzi con alcune criticità e che rappresenterà per loro una importante forma soprattutto di integrazione nel mondo del lavoro".

Anche attraverso questo gesto, grazie alla sensibilità e alla logicità di più soggetti, si rafforza l'importante concetto di condivisione di valori quali la solidarietà e l'assistenzialismo, finalità che ben si sposano con quelle istituzionali della Polizia di Stato, da anni in prima linea nell'essere promotrice di iniziative che mirano a stare fra la gente e a condividere con essa tutti quei momenti che rafforzano la prossimità e la solidarietà.

I materiali - che come prassi dovevano essere totalmente distrutti - saranno consegnati alle associazioni previa rimozione di ogni elemento identificativo riconducibile alle marche contraffatte; motivo per il quale anche in questo comunicato non si fa alcun riferimento ai marchi stessi.


23/12/2010

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