La rete di smercio era stata creata nei pressi del Molo Audace
La Polizia di Stato di Trieste, coordinata dalla Procura della Repubblica giuliana, ha arrestato undici cittadini afgani, tutti richiedenti protezione internazionale, con l’accusa di spaccio di sostanza stupefacente.
Centinaia le cessioni, anche a minorenni, accertate in poco tempo dagli agenti della Squadra Mobile di Trieste, nel corso di una serrata investigazione finalizzata a contrastare la formazione di una pericolosa rete di piccoli spacciatori.
L’attività ha preso l’avvio da un controllo casuale delle volanti di un minore che era stato trovato in possesso di una dose di hashish per uso personale, il ragazzo ha raccontato agli agenti che lo avevano fermato di averla acquistata sul molo audace da alcuni afgani.
Da qui i servizi di cd. “investigazione leggera” che utilizza metodi tradizionali di osservazione, pedinamento e sequestro di stupefacente con la tecnica del ritardato arresto.
Gli arrestati, che in poco tempo erano diventati un punto di riferimento anche per i giovanissimi, utilizzavano il molo audace per la facilità con cui si potevano liberare della droga nel caso di controlli di polizia, gettandola a mare.
Gli spacciatori avevano predisposto una fitta rete di controlli per contrastare l’attività delle forze di Polizia, vi erano le vedette, che utilizzavano dei fischi per avvisare i complici della presenza di persone ”sopsette”, altri che erano dediti all’occultamento dello stupefacente tra le siepi e altri ancora che si occupavano della contrattazione e cessione della droga. Gli arrestati sembravano conoscere bene i meccanismi giudiziari, avevano infatti tagliato l’hashish in tante piccole dosi poi nascoste tra le siepi per essere prontamente reperibili per l’uso, e prediligevano l’imbrunire e piccoli ripari per svolgere indisturbati la loro attività di spaccio.
L’operazione della Squadra Mobile giuliana ha portato al sequestro di numerosi dosi già confezionate.
La Polizia invita i cittadini a segnalare le situazioni sospette per consentire un tempestivo intervento per stroncare sul nascere il radicarsi di tale fenomenologia.
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