Si tratta di un italiano del 2002, coinvolto nelle recenti liti nella zona di via Torino
A seguito delle liti che si sono verificate in via Torino, in piazza Venezia, in largo Papa Giovanni XXIIII e in via dell’Università in particolare nella serata del 15 maggio scorso, nelle quali erano stati coinvolti anche molti minorenni, era stata avviata un’attenta attività investigativa da parte di più Uffici della Questura.
A fronte di questi episodi di violenza commessi nei pressi di locali pubblici, che si sono ripetuti anche sabato scorso, il Questore di Trieste ha emesso il 18 maggio scorso nei confronti di un cittadino marocchino e un cittadino italiano, nato in Brasile, entrambi classe 2002, due Daspo urbani, che vieteranno loro l’accesso alla zona delle “rive”, luogo con molti esercizi pubblici di somministrazione di bevande e di intrattenimento, per un periodo di sei mesi.
Provvedimento al quale non ha ottemperato, però, sabato scorso il cittadino italiano, rintracciato e identificato verso le ore 23.25 nei pressi di un bar della zona da personale della Squadra Volante della Questura, intervenuto per riportare la calma unitamente a militari dell’Arma dei Carabinieri e personale del Reparto Prevenzione Crimine di Padova, a seguito di alcune zuffe.
Il giovane italiano è stato deferito in stato di libertà alla locale Procura della Repubblica per aver violato il Daspo urbano relativo alla sicurezza urbana ed è stato anche sanzionato amministrativamente per aver violato la normativa antipandemica trovandosi a quell’ora in strada.
Per quel che riguarda il Daspo urbano, tale misura di prevenzione nella disponibilità del Questore, entrata in vigore nel 2017 e finalizzata alla tutela del decoro urbano, è stata potenziata nel 2020 dal decreto legge noto come “norma Willy”, dal nome del giovane ucciso nel settembre 2020 a Colleferro a seguito di una brutale aggressione. La norma oggi consente di impedire l’accesso a determinate zone della città ai denunciati per reati contro la persona commessi in occasione di gravi disordini avvenuti in pubblici esercizi o nelle immediate vicinanze degli stessi.
La Questura di Trieste non esclude l’aumento di questi casi, anche in occasione dell’allentamento delle restrizioni dovute al Covid-19, e sta affinando l’utilizzo del Daspo urbano come strumento di prevenzione finalizzato ad evitare la recrudescenza del fenomeno.