Arrestato un cittadino turco
È il bilancio di una articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Trieste e svolta dalla Squadra Mobile della Questura giuliana, che ha consentito di fare luce su un traffico transnazionale di documenti falsi, tutti in apparenza rilasciati dalle autorità polacche, che dei soggetti operanti in Ucraina inviavano – grazie alla mediazione di complici residenti a Trieste – a clienti, quasi esclusivamente stranieri, disposti a pagare cifre comprese tra i 1.500 ed i 1.800 €.
L’indagine nasce dall’arresto di un ragazzo turco di 20 anni residente a Trieste, il quale, nell’aprile 2020, era stato trovato in possesso di 700 grammi circa di marijuana destinata allo spaccio sulla piazza locale.
Da approfondimenti investigativi è emerso come questi fosse in contatto con altro connazionale del 1992, operaio residente a Trieste, nel frattempo trasferitosi in provincia di Monza Brianza, collegato con dei soggetti operanti in Ucraina specializzati nella produzione di documenti falsi, inviati direttamente ai destinatari tramite corriere e con mittente inesistente, a fronte della corresponsione di somme in denaro inviate tramite circuiti internazionali di pagamento.
Pertanto, si è eseguita una dettagliata analisi delle spedizioni effettuate dall’Ucraina all’Italia, verificando come in un centinaio di casi il plico inviato fosse, per dimensioni e peso, compatibile con dei documenti.
Incrociando il contenuto di alcune conversazioni tra gli indagati con le spedizioni effettuate tramite corriere, sono stati individuati 92 soggetti, potenziali detentori di documenti falsi; di essi solo due italiani (residenti in provincia di Vicenza e di Pistoia) ed i restanti tutti stranieri di diverse nazionalità, dimoranti oltre che a Trieste, in diverse regioni di Italia ed in particolare Valle d’Aosta, Toscana, Lombardia, Piemonte, Puglia, Abruzzo, Lazio, Emilia Romagna, Veneto, Sicilia, Trentino Alto Adige, Marche.
Sulla scorta delle risultanze investigative, il P.M. titolare del fascicolo d.ssa Lucia Baldovin ha emesso altrettanti decreti di perquisizione personale e locale che sono stati eseguiti nei giorni scorsi dalla Squadra Mobile della Questura di Trieste e da altre 40 Squadre Mobili, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato di Roma.
All’esito sono stati sottoposti a sequestro complessivamente n. 40 patenti di guida, n. 8 carte di identità, n. 2 permessi di soggiorno, n. 13 certificati per abilitazione alla guida anche di veicoli pesanti/trasporto merci pericolose, n. 2 diplomi scolastici, falsi, tutti apparentemente rilasciati dalle autorità polacche, nonché numerosi apparecchi cellulari contenenti elementi utili per il prosieguo investigativo.
Dalle chat esaminate dagli investigatori è emerso come su alcuni profili facebook fosse pubblicizzata in lingua turca la possibilità di ottenere la patente di guida “senza esami e senza stress”, con consegne in tutta Europa.
Oltre alle intrinseche situazioni di rischio che derivano dal possesso di documenti falsi in ordine all’utilizzo degli stessi, particolarmente allarmante è il possesso di patenti e certificati di abilitazione alla guida, anche di mezzi pesanti, da parte di quanti non abbiano effettuato alcun esame ma che si pongono alla guida di veicoli, mettendo in concreto pericolo l’incolumità propria e degli utenti della strada.
Tra i soggetti perquisiti a Trieste, uno di nazionalità turca è stato anche tratto in arresto poiché trovato in possesso non solo di una patente falsa ma anche di una carta di identità valida per l’espatrio mai rilasciata dalle autorità polacche.
Le indagini sono ancora in corso.