Si tratta di un diciottenne kosovaro, A.A.A, con vari precedenti
Il fermo è stato disposto dalla Procura della Repubblica c/o il Tribunale ordinario nel pomeriggio di mercoledì 16 ottobre, a seguito delle ulteriori indagini svolte dalla Squadra Mobile della Questura.
Si tratta di A.A. diciottenne kosovaro, con precedenti di polizia per reati contro la persona, contro il patrimonio, resistenza a P.U. ed altro.
Nel prosieguo dell’attività di indagine, svolta dalla Squadra Mobile di Trieste e coordinata dalle Procure della Repubblica c/o il Tribunale Ordinario e Tribunale per i Minorenni, a seguito dell’accoltellamento di sabato 12 ottobre ai danni di un giovane colpito da più fendenti al petto ed all’addome, è stato possibile acquisire ulteriori elementi che hanno chiarito la dinamica dei fatti e consentito di accertare le responsabilità a carico del kosovaro già indagato, che la sera del delitto si accompagnava al minorenne nordafricano sottoposto a fermo di indiziato di delitto.
È stato, infatti, acclarato come A.A., diversamente da quanto dallo stesso dichiarato e – soprattutto – da quanto affermato dal minore – sia intervenuto attivamente nella lite innescata unitamente all’amico minorenne sferrando i fendenti al giovane di Cervignano.
Dopo l’accoltellamento i due si sono repentinamente allontanati da quei luoghi e, mentre il nord africano ha fatto perdere le proprie tracce, il kosovaro si è cambiato gli abiti imbrattati di sangue, per poi fare ritorno presso la vicina piazza Goldoni, dove era stato fermato ed identificato.
È da ritenersi che il diciottenne kosovaro abbia indotto, quindi, l’amico minorenne ad addossarsi la responsabilità dell’accoltellamento in ragione dei vantaggi giudiziari di cui quest’ultimo avrebbe potuto godere.
Tuttavia, le dichiarazioni contrastanti rese sia dal minore che dallo stesso kosovaro, la visione delle telecamere della zona, le testimonianze raccolte e gli esiti di ulteriori attività investigative, hanno consentito di accertare sia il pactum sceleris stretto tra i due, sia la materiale responsabilità del diciottenne nell’accoltellamento.
È, inoltre, emerso come la settimana precedente si sia verificato un episodio analogo; due giovani, transitando lungo la Scala dei Giganti, si sono visti all’improvviso piombare addosso il minore nordafricano unitamente ad altro giovane straniero, il quale, sotto la minaccia di un coltello, gli ha intimato di non passare più per quei luoghi; il fatto non era stato denunciato per timore di eventuali ritorsioni.
È emerso, altresì come i due indagati facciano parte di un gruppo più ampio di giovani, kosovari e nord africani, soliti frequentare quei luoghi; alcuni di essi sono riconoscibili da un tatuaggio sul collo raffigurante un kalashnikov ed il numero 5.07. Tale numero simboleggia la data 5.07.1990, ossia il giorno in cui la Repubblica del Kosovo dichiarò la sua indipendenza dalla Repubblica di Serbia.
I componenti del gruppo avrebbero individuato nella Scala dei Giganti il “loro territorio” sul quale esigere il riconoscimento delle loro prerogative da parte di quanti transitino, con intimidazioni e minacce.
Sulla scorta degli ulteriori elementi di reità acquisiti, il Pubblico Ministero titolare del procedimento, nel pomeriggio del 16 ottobre scorso, ha emesso il decreto di fermo di indiziato di delitto che è stato immediatamente eseguito, mentre nel corso della medesima giornata, il G.I.P. c/o il Tribunale per i Minorenni ha convalidato il fermo operato a carico del nord africano e applicato misura cautelare custodiale.
A.A., ultimate le formalità di rito, è stato associato in carcere a disposizione della Procura di Trieste.