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Eseguiti tre fermi per furti in danno di anziani

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Lancia Y

Invito alla cittadinanza di collaborare - Vedasi la successiva rassegna fotografica

Accedevano all’interno delle abitazioni delle vittime designate in ragione dell’età avanzata, approfittando della minore capacità di difesa, presentandosi come tecnici del gas o dei termosifoni intervenuti per verifiche urgenti.

Acquisita la fiducia delle vittime, le trattenevano nei pressi della caldaia o dei rubinetti degli impianti, chiedendo loro di prestare ausilio in occasione delle operazioni di verifica. In alcuni casi chiedevano loro di aprire le casseforti per agevolare i controlli o mettere l’oro in un unico contenitore. In questi frangenti il finto tecnico o un suo complice si introduceva furtivamente all’interno dell’appartamento alla ricerca dei preziosi e dei contanti, per poi dileguarsi rapidamente.

Ultimata il finto controllo, il tecnico lasciava l’abitazione e poco dopo l’ignara vittima si avvedeva degli ammanchi.

In alcuni casi poche centinaia di euro accuratamente conservate tra gli indumenti o gli effetti personali, in altre occasioni oro, monili e somme di denaro, anche cospicue, possibilmente frutto di risparmi di una vita.

Fenomeni periodici, commessi con una certa routinarietà, tanto da far ritenere agli investigatori che si trattasse di soggetti specializzati provenienti da fuori città.

Nel corso delle investigazioni svolte dalla Squadra Mobile di Trieste, nei giorni scorsi, era stata individuata una vettura in uso ai possibili autori di reato; tale vettura, una Lancia Y, nel corso della mattina dello scorso 6 agosto aveva fatto ingresso nel territorio provinciale.

Immediate le ricerche del mezzo, con continui servizi di osservazione fino al tardo pomeriggio; nel frattempo, a Trieste, durante lo stesso giorno, sono stati commessi tre furti in danno di anziane con la medesima tecnica, in occasione dei quali sono stati asportati oltre 21.000 € in contanti e numerosi oggetti in oro, pietre preziose e monili vari per un controvalore di diverse decine di migliaia di euro.

Nel frattempo le ricerche del mezzo sono state estese anche oltre confine, grazie alla collaborazione con la Polizia slovena, fino a che in serata l’auto veniva segnalata nei pressi di un albergo di Nova Gorica.

Sin dalle prima ore della mattina del 7 agosto, equipaggi delle Squadre Mobili di Trieste e di Gorizia predisponevano mirati servizi di osservazione lungo la fascia confinaria, finalizzati ad individuare la vettura in transito, identificare gli occupanti e recuperare la refurtiva; intorno alle 7.30 gli investigatori intercettavano l’auto che si immetteva in autostrada, in direzione Venezia, per allontanarsi dal Friuli Venezia Giulia.

In ragione del traffico intenso, allo scopo di procedere al controllo della Lancia in sicurezza, interveniva anche una pattuglia della Sottosezione della Polizia Stradale di Palmanova, così da poter procedere al fermo del veicolo.

Una volta bloccato, si identificavano a bordo tre uomini provenienti dal Piemonte, due dei quali (B. F., classe 1988, e B. G. del 1990) gravati da precedenti specifici, che, alla vista degli operatori apparivano particolarmente nervosi; uno di essi, prima che l’auto si fermasse, gettava dal finestrino un pezzo di carta che recuperato conteneva degli appunti con delle cifre. Il terzo è P.A. del 1995.

Accompagnati presso gli uffici della Sottosezione della Stradale di Palmanova, si procedeva a perquisizione del mezzo e, occultati in un vano nascosto ricavato dietro l’alloggiamento dell’airbag con accesso dalla bocchetta d’aereazione, si rinvenivano la somma di oltre 21.000 € in contanti, numerosi monili in oro, gioielli, nonché delle ricetrasmittenti, una parrucca, guanti e oggetti atti allo scasso.

Inoltre, l’interno della vettura era ricoperta di materiale plastico ruvido, apposto verosimilmente allo scopo di non lasciare impronte digitali.

Si provvedeva così a sottoporre a fermo di indiziato di delitto i tre soggetti, i quali sono stati ristretti presso il carcere di Udine a disposizione della Procura della Repubblica.

Sviluppate ulteriori investigazioni dirette dalla Procura di Udine e atteso che la quasi totalità della refurtiva è stata riconosciuta dalle vittime, in sede di udienza di convalida il G.I.P. del Tribunale di Udine ha disposto per i tre indagati ordinanza applicativa della custodia cautelare agli arresti domiciliari.

Chi abbia subito un furto a fronte di un raggiro posto in essere con le medesime modalità e riconosca l’autore in uno dei soggetti arrestati (vedasi la galleria fotografica nel successivo articolo comprensiva di autovettura), potrà rivolgersi alle forze dell’ordine.

Qualora ignoti si presentino autonomamente per effettuare verifiche degli impianti all’interno degli appartamenti senza che ve ne sia stata richiesta ovvero, presentandosi come legali o appartenenti alle Forze dell’ordine, per ottenere contanti o gioielli da utilizzare per scopi non chiari quali, ad esempio cauzioni a favore di familiari che abbiano problemi giudiziari, è opportuno porre la massima attenzione e chiamare il Numero Unico di Emergenza 112.


10/08/2019

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