Intensa e proficua attività di contrasto alla criminalità transfrontaliera - Ottima collaborazione con l'Esercito Italiano nell'ambito dell'Operazione Strade Sicure
Si chiude decisamente in positivo il bilancio di fine anno per il Settore Polizia di Frontiera di Trieste, diretto dal dott. Antonio GRANDE sotto il coordinamento del Dirigente della IV Zona Polizia di Frontiera per il Triveneto, dott.ssa Irene TITTONI. Migliaia di pattuglie sono state impiegate quotidianamente nell’arco delle ventiquattro ore lungo l’intera fascia confinaria italo-slovena; decine di migliaia sono stati i controlli di persone e veicoli che hanno portato a numerosi arresti, denunce, sequestri e rintracci di immigrati irregolari. Infine, particolarmente variegate e complesse sono state le attività svolte dal nucleo investigativo del Settore.
Ottima è stata la collaborazione con il personale militare del Reggimento Piemonte Cavalleria di Trieste, alle dipendenze del Colonnello Stefano SANTORO, una collaborazione che avviata, nell’ambito dell’Operazione Strade Sicure, esattamente un anno fa, è già stata prorogata per due volte. La sinergia delle professionalità, esperienze, anche umane, competenze e buone pratiche di queste due Istituzioni dello Stato si è rivelata importante ed efficace per la repressione della criminalità transfrontaliera e quindi per la sicurezza della popolazione locale.
Improntato alla massima collaborazione è stato il rapporto con la Questura, gli altri Uffici della Polizia di Stato e con le altre Forze di Polizia, quali l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza. Altrettanto proficua è stata la collaborazione con i Centri di Cooperazione di Polizia di Thörl-Maglern, Modane e Oradea. Efficaci e frequenti, se non giornalieri, sono stati i contatti con le Forze di Polizia della Slovenia e della Croazia, specialmente con la vicina Repubblica con cui la Polizia di Frontiera di Trieste vanta una collaborazione di vecchia data. Infine, nei numerosi casi di sequestro di merce contraffatta o di origine delittuosa, questo Ufficio si è avvalso dell’esperienza e della professionalità della locale Agenzia delle Dogane.
Vediamo ora nel dettaglio il bilancio dell’attività operativa della Polizia di Frontiera Terrestre per il periodo compreso tra il 15 dicembre 2015 e il 15 dicembre 2016.
Innanzitutto i numeri.
4651 pattuglie, 83860 persone identificate, 27716 veicoli controllati (autovetture, furgoni, mezzi pesanti, autobus di linea e non), 71 persone arrestate e 498 denunciate a piede libero, 351 migranti irregolari rintracciati di cui 124 immediatamente riammessi in Slovenia, come previsto dai vigenti accordi bilaterali.
Per quanto riguarda le attività svolte congiuntamente con il personale militare, 1466 sono state le pattuglie miste, 40105 le persone identificate e 12158 i veicoli controllati. Inoltre, i militari sono stati di grande supporto anche in altre attività operative nelle zone di confine.
Per quel che concerne le persone arrestate, 44 erano destinatarie di ordini di carcerazione o di ordinanze di custodia cautelare in carcere prevalentemente per delitti contro il patrimonio e la persona; altre sono state arrestate per favoreggiamento dell’immigrazione illegale, ricettazione, fabbricazione e possesso di documenti di identificazione falsi, evasione e inottemperanza al divieto di reingresso nel territorio nazionale. Le denunce a piede libero riguardano, invece, per la maggior parte la violazione della normativa sull’immigrazione, i delitti contro il patrimonio e la fede pubblica, la detenzione illecita di sostanze stupefacenti e l’inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità.
Tra i compiti di esclusiva competenza della Polizia di Frontiera di Trieste rientrano, inoltre, l’esecuzione delle riammissioni senza formalità e le estradizioni attive e passive effettuate all’ex valico internazionale di Fernetti, al confine tra l’Italia e la Slovenia. Di grande rilevanza nazionale, anche mediatica, è stata nel corso del corrente anno l’estradizione dalla Slovenia del presunto reclutatore sloveno di terroristi per l'Isis nel Nordest. L’uomo era destinatario di un mandato d’arresto europeo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari di Venezia. Si tratta del primo foreign fighter returnee a disposizione dell’Autorità Giudiziaria italiana.
Infine, ingente ed eterogeneo è stato il materiale sequestrato nel corso delle consuete attività di retrovalico: da autovetture e biciclette a telefoni cellulari; da attrezzi per l’edilizia e il giardinaggio a capi di abbigliamento, occhiali da sole e prodotti cosmetici; da gasolio e valuta a vario materiale elettrico e giocattoli. Si tratta di merci provenienti da attività delittuose o comunque di origine sospetta. Inoltre sono stati sequestrati documenti contraffatti (patenti di guida, carte d’identità, passaporti, carte di circolazione, certificati assicurativi), armi bianche e improprie, sostanze stupefacenti, schede SIM e carte di credito.
A coronamento di quest’anno proficuo dal punto di vista operativo, per contrastare al meglio il fenomeno dell’immigrazione illegale e per ottimizzare le risorse sia in termini di uomini che di mezzi, la Polizia di Frontiera ha recentemente stilato, con il collaterale Ufficio sloveno, un protocollo d’intesa per il pattugliamento coordinato delle zone di confine. Infatti, negli ultimi mesi la comune fascia confinaria tra i due Paesi è stata interessata da un discreto flusso di migranti irregolari lungo la cosiddetta “Rotta balcanica”. L’accordo, siglato sabato scorso a Trieste dalla Dirigente della IV Zona Polizia di Frontiera per il Triveneto, dott.ssa Irene TITTONI e dal Direttore della Direzione di Polizia di Capodistria, dott. Danimir REBEC, sarà operativo dal prossimo gennaio per un periodo di tre mesi, prorogabili di volta in volta.