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La Polizia denuncia due truffatori di ammalati da trasfusione

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Sequestrati beni patrimoniali e conto correnti

A seguito di una complessa e lunga indagine la Polizia di Stato - Squadra Mobile ha denunciato due truffatori che dal 1998 millantavano di essere due avvocati di Palermo specializzati nei ricorsi degli ammalati per patologie derivanti da trasfusioni e che, nel corso degl'anni sono riusciti a farsi consegnare 300.000 euro come parcelle dai poveri ammalati del ragusano. Al termine delle indagini, svolte con l'aiuto delle stesse vittime e del loro legale di fiducia, sono stati raccolti gravi indizi a carico di D.M avvocato palermitano di 44 anni e B.L sedicente avvocato palermitano di anni 48, in ordine al reato di truffa aggravata continuata in concorso. I due soggetti sono accusati di aver indotto le vittime con raggiri, consistiti nell'essersi presentati quali affidabili e credibili esponenti di uno studio legale di Palermo (uno dei due manifestando falsamente di esercitare la professione forense senza averne alcun titolo), per di più asserendo di essere in grado di gestire con competenza professionale specifica, le aspirazioni delle vittime che intendevano avvalersi degli indennizzi e risarcimenti previsti dalla legge. Nel 1998 i due indagati fecero le prime riunioni percependo le prime parcelle dagli assistiti, prospettando loro ogni garanzia a protezione dei diritti effettivamente riconosciuti dalla legge. Le riunioni, che avevano solamente lo scopo carpire la fiducia degli assistiti, si svolgevano presso camere d'albergo e durante cene alle quali agli ammalati si faceva credere di avere cuore la loro situazione. Nel 2013 i membri dell'associazione dopo aver versato tra i 5 ed i 25.000 euro cadauno agli indagati si determinarono a chiedere un semplice consiglio alla Polizia di Stato. Dopo aver raccolto le loro preoccupazioni, la Squadra Mobile ravvisava subito gli estremi del reato di truffa e per questo le vittime presentavano subito querela, assistite da un unico legale di fiducia che li ha assistiti avendo davvero a cuore la loro situazione. Nel corso del tempo, gli indagati, quali presunti legali (solo uno di essi si scoprirà esercitava la professione forense), avevano instaurato un rapporto di fiducia con gli odierni denuncianti, giungendo a carpirne la fiducia nel corso di numerose riunioni effettuate in vari locali del ragusano ed in altri centri della Sicilia, compresi hotel. Decine le persone ascoltate presso gli uffici della Polizia di Stato, così come gli accertamenti fatti a Palermo presso Università, Consiglio dell'Ordine degli Avvocati e Comune. Dopo aver raccolto fondamentali elementi di riscontro rispetto a quanto dichiarato dalle vittime, gli uomini della Squadra Mobile hanno effettuato accurate indagini patrimoniali che hanno permesso di stimare il valore immobiliare ed i conti correnti, così come i depositi titoli degli indagati. Le indagini condotte dalla Polizia di Stato hanno permesso al Pubblico Ministero di Ragusa, che ha coordinato le indagini, di chiedere la misura cautelare del sequestro di tutti i conti correnti, conti depositi e titoli dei due indagati.
21/10/2015

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