I reati contestati sono quelli di rapina in concorso, porto di arma clandestina, porto di oggetti atti ad offendere e detenzione di una modica quantità di sostanza stupefacente.
M. D., detto Sbill, 27enne, nullafacente, romeno noto agli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Vittoria, è stato catturato dalla Polizia nella mattinata odierna e trasferito presso la Casa Circondariale di Ragusa a disposizione del sig. Presidente della Corte di Appello di Catania.
Risultava destinatario di Mandato d'Arresto Europeo emesso dal Tribunale di Bucarest, poiché condannato alla pena di 5 anni di reclusione in quanto riconosciuto responsabile dei reati di cui agli artt. 174 e 175 del codice penale di Romania per lesioni personali gravi cagionate ad una vittima nel mese di ottobre 2005.
La Direzione Centrale della Polizia Criminale del Ministero dell'Interno, tramite il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia pochi giorni fa si era messa in contatto con la Polizia di Vittoria essendo loro pervenuto il mandato d'arresto e rilevato che M. D. era stato già arrestato dagli uomini del Commissariato un anno fa (per i motivi evincibili dal comunicato stampa dell'epoca 11.09.2013).
Giovedì scorso la Volante del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Vittoria, durante un controllo a persone e veicoli lo aveva intercettato nei pressi del mercato ortofrutticolo. Era alla guida di una vecchia Hyundai Coupè, in compagnia di altri due uomini, ed aveva insospettito gli agenti che lo avevano seguito sino a quando il mezzo aveva fatto ingresso in una strada laterale. Lì i poliziotti erano scesi dal veicolo e si erano apprestati ad effettuare il controllo quando il conducente si era disfatto di un involucro e si era dato alla fuga. Gli agenti avevano bloccato gli altri due ed il terzo si era dileguato. Sul pacco lasciato cadere, con grande sorpresa era sta trovata una pistola semiautomatica marca Pieper Bergman, mod. Bayard 1908 calibro 9, di fabbricazione belga, funzionante, con caricatore evidentemente riadattato al fine di consentirne una maggiore potenzialità offensiva e non censita nel catalogo nazionale delle armi, probabilmente importata illecitamente dall'estero e quindi da considerarsi arma clandestina.
La vicenda si è intrecciata con delle indagini già in corso su una rapina che era stata consumata l'1 agosto scorso in c.da Macchioni. Nel corso di quella notte, due romeni che vivevano all'interno di un fatiscente casolare erano stati svegliati da alcune persone armate che minacciandoli avevano preteso tutti i loro averi. Delusi dall'esiguità del bottino, uno dei malviventi, prima di andare via, aveva esploso un colpo di pistola che aveva attinto una delle vittime al gomito destro e per terrorizzare ancora di più gli inermi rapinati, avevano esploso un colpo di fucile da caccia all'antenna parabolica installata sul casolare.
Il giorno dopo il ferito si era recato al pronto soccorso e la drammatica vicenda verificatasi nelle zone rurali era stata svelata.
La vittima era terrorizzata e sentita presso l'ospedale, come prima versione che forniva, aveva riferito che mentre camminava sul ciglio della strada era stato avvicinato da tre persone incappucciate che lo avevano rapinato e poi lo avevano ferito al braccio. Ma le indagini, avviate immediatamente, non avevano consentito di rilevare tracce del fatto delittuoso nel luogo indicato in modo generico.
Prima che potesse essere riascoltato, il romeno (25 anni), intanto sottoposto ad intervento chirurgico (la prognosi era di 20 giorni, per ferita lacero contusa gomito sinistro da arma da fuoco) si era poi allontanato arbitrariamente dall'ospedale facendo perdere le tracce.
Dopo una settimana di ricerche, era rintracciato e stavolta, con maggiore conforto, aveva riferito come erano effettivamente andati i fatti, che non era la sola vittima della rapina, poichè era in compagnia di un altro connazionale di 26 anni e aveva condotto gli agenti sul luogo del delitto dove venivano rilevate le evidenti tracce del sanguinamento e dei colpi di arma da fuoco esplosi.
Le indagini, intanto, avevano concentrato l'attenzione su un romeno conosciuto con il nome di Sbill.
I fatti di giovedì scorso, per diversi elementi investigativi, hanno indotto a ritenere che l'uomo fuggito fosse proprio Sbill.
Attivamente ricercato, nel pomeriggio di ieri è stato rintracciato in c.da Macconi, nei pressi del lido di Acate.
Gli agenti hanno fatto irruzione in un ampio caseggiato con corte annessa e cancelli di protezione assicurati con grosse catene che sono state tranciate. Lo hanno sorpreso in casa, disteso sul letto ad ascoltare musica. Sotto il cuscino aveva una grossa ascia, un'altra la teneva al lato del letto, così come una pistola a salve ed un pacco di cartucce per la stessa, oltre a coltelli e passamontagna che non lasciano dubbi sull'indole del soggetto.
Nel corso della perquisizione sono stati rinvenuti anche oggetti di proprietà della vittima, che era stata ferita, della rapina dell'1 agosto scorso.
Valutato il concreto pericolo di fuga, peraltro già palesatosi, e il pericolo di reiterazione del reato, il romeno, identificato per
M. D., è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto e messo a disposizione dell'autorità giudiziaria di Ragusa mediante conduzione presso la casa circondariale.
I reati contestati sono quelli di rapina in concorso, porto di arma clandestina, porto di oggetti atti ad offendere e detenzione di una modica quantità di sostanza stupefacente.
Il romeno era stato scarcerato il 18 giugno scorso dopo appena nove mesi essendo stato riconosciuto colpevole del reato di possesso illegale di arma da fuoco e condannato alla pena di anni uno, mesi sei di reclusione ed euro 3.000,00 di multa.
La Polizia di Vittoria che non lo ha mai perso di vista, conoscendo bene le sue abitudini lo ha incrociato per strada e tratto in arresto.