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Minore tra i responsabili del furto a casa della zia scovato dalla Polizia

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Il nipote era il basista di una banda di delinquenti tutti individuati dalla Polizia e risponderanno di furto aggravato ed estorsione.

La Polizia di Stato di Ragusa - Squadra Mobile - a seguito di delicate ed approfondite indagini ha individuato un gruppo di giovani delinquenti, responsabili di aver premeditato un furto ai danni della zia di uno degli appartenenti al sodalizio criminale.

Nel mese di febbraio u.s., S. A. nato a Ragusa di anni 22, F. F. nato a Ragusa di anni 41, S. L. nato a Modica di anni 46, S.S. nato a Ragusa di anni 17 e D. B. nato in Tunisia di anni 17 in concorso tra loro, al fine di impossessarsi di vari oggetti di valore in oro, si introducevano all'interno dell'abitazione della zia di uno di questi impossessandosi di svariati monili in oro per un valore di diverse migliaia di euro rivendendo il tutto ad un ignaro compro oro di Catania il giorno dopo.

Come detto, in febbraio, in poche ore avevano pianificato di andare a casa della malcapitata zia, in quanto a dire del nipote possedeva diversi oggetti in oro e, dopo aver concordato il tutto, il nipote nel tardo pomeriggio avvisava i complici che da li a poco la zia stava per uscire. Nel contempo la seguiva per evitare ripensamenti dell'anziana parente.

Il resto della banda, muniti di scale e funi si arrampicavano al 2° piano ed una volta dentro, in continuo contatto telefonico con il nipote, chiedevano indicazioni dei luoghi dove erano occultati gli oggetti di valore ottenendo le corrette informazioni.

Al termine del furto i correi si impossessavano di ogni oggetto di valore dell'anziana vittima che al rientro in casa non poteva che constatare con grande amarezza quanto accaduto e recarsi negli uffici di Polizia per denunciare il furto, accompagnata in Questura proprio dal nipote.

Il nipote pensava che tutto si fosse concluso nel migliore dei modi ma i complici, non contenti di quanto ricavato dal furto lo traevano in inganno dicendogli che volevano 2.000 euro perché secondo loro avevano rischiato di essere arrestati per non trovare nulla; difatti asserivano di non aver trovato nulla quando invece avevano preso tutti i monili in oro.

In considerazione del fatto che il nipote non aveva più altre strade da percorrere e sentitosi minacciato dai suoi complici che pretendevano 2.000 euro o lo avrebbero picchiato, questi contattava in forma anonima il 113 e riferiva di essere a conoscenza di un furto e di coloro che lo avevano compiuto.

A distanza di poche ore dalla chiamata il giovane veniva rintracciato e convocato dalla Polizia, al fine di far chiarezza su quanto riferito e, dopo ore di ascolto delle parole da lui riferite gli agenti della Squadra Mobile, organizzavano un servizio mirato ed in poche settimane di lavoro riusciva ad identificare tutti gli autori del furto e della successiva estorsione ai danni del minore.

Le serratissime indagini della Polizia hanno permesso di individuare gli odierni indagati che dovranno rispondere del reato di furto aggravato in abitazione, grazie alla disamina di diversi dati raccolti sia dalle dichiarazioni della vittima dell'estorsione (nonché basista e complice del furto), sia da altre attività di Polizia Giudiziaria tradizionale attraverso l'ascolto di numerosi testimoni.


19/06/2014

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