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La Polizia di Stato sottopone a fermo, per ordine della Procura per i Minori, un giovane marocchino che dal bullismo è passato alle estorsioni, furti, rapine e violenza privata.

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piazza san giovanni ragusa

Era diventato il terrore di ragazzini anche di 12 anni. Le indagini della Squadra Mobile di Ragusa hanno permesso di identificare il ragazzo facendo vincere la paura alle giovanissime vittime.

La Polizia di Stato - Squadra Mobile – ha sottoposto a fermo di indiziato di delitto, un marocchino di anni 17, gravemente indiziato dei delitti di estorsione, rapina, furto e violenza privata.

Il Pubblico Ministero presso la Procura per i Minorenni di Catania, competente per la provincia di Ragusa, letta l’informativa a carico del diciassettenne ha deciso di intervenire con urgenza per fermare l’escalation criminale.

La Squadra Mobile di Ragusa ha intrapreso da anni un percorso di legalità all’interno delle scuole voluto fortemente dal Questore Salvatore La Rosa, con costanti incontri tra i funzionari della Polizia di Stato e gli studenti di ogni ordine e grado. Questo rapporto ha permesso agli investigatori di poter instaurare un dialogo con i minori, oggi vittime di reati gravissimi, basato sulla fiducia e consapevolezza della possibilità di poter chiedere aiuto alla Polizia di Stato.

Le prime segnalazioni sono arrivate in forma anonima, poi gli investigatori della Squadra Mobile sono andati in giro a chiedere ai ragazzi segnalati se avessero bisogno di aiuto. Inizialmente la paura li ha portati a mentire ma grazie a quel rapporto creato con le diverse fasce d’età di giovanissimi, è stato possibile instaurare quel rapporto di fiducia tale da vincere l’omertà.

Le dichiarazioni di ragazzini dagli 11 ai 16 anni hanno permesso di ricostruire una prima parte di fattispecie criminose commesse dall’indagato.

Il ragazzino ha compiuto un’escalation non indifferente. Dapprima ha iniziato con atti di bullismo, richieste di utilizzo del telefono cellulare, favori di diverso tipo, fatti che costituivano soprusi ma non reati. Poi, come spesso accade ai bulli, il passaggio alla commissione di fatti reato. Ad ottobre e novembre ha minacciato ragazzini per farsi consegnare somme di denaro sotto minaccia, ovvero ha compiuto il reato di estorsione; a novembre ha costretto un minore a tenere un comportamento che il piccolo non voleva mettere in atto, il tutto sotto minaccia consumando il reato di violenza privata; in un’altra occasione, tra le più gravi, ha costretto un ragazzino a prelevare somme di denaro di nascosto dalla madre; sotto minaccia del bullo/delinquente, la vittima ha consegnato quasi 1.500 euro; ha rubato il telefono cellulare di un minore con destrezza, asportandolo mentre si trovava sotto carica a casa di un amico comune, senza temere in alcun  modo la presenza di altri minori testimoni di quanto accaduto e, non pago di quanto fatto, chiedeva 50 euro per restituire il maltolto con il metodo del c.d. cavallo di ritorno.

Tutti questi episodi sono stati consumati a Ragusa nei luoghi di ritrovo dei giovani da ottobre 2018 a febbraio 2019; addirittura, approfittando delle festività natalizie, in occasione dell’allestimento di un presepe nel centro storico della città iblea, il giovane ha avvicinato ragazzini che mai si erano recati in quella zona.

I ragazzini, come spesso accade, anziché allontanare il bullo e richiedere subito l’intervento dei genitori e della Polizia di Stato, hanno taciuto e continuato ad assecondare le richieste del ragazzino, permettendo così di vincere la loro resistenza. Purtroppo, in alcune occasioni, qualche adolescente ha anche spalleggiato il delinquente non rendendosi conto della gravità della condotta.

Il giovane marocchino è stato catturato dalla Squadra Mobile a Ragusa, pochi istanti dopo l’emissione del fermo di indiziato di delitto disposto dalla Procura per i Minorenni di Catania. Il giovane è stato accompagnato al centro di prima accoglienza di Catania e ieri è stato convalidato il provvedimento di fermo dal Giudice per le Indagini Preliminari che dopo aver ascoltato l’indagato ha applicato la misura cautelare del carcere minorile.

“La Polizia di Stato di Ragusa ha condotto un’indagine lampo che ha permesso alla Procura per Minorenni di fermare l’escalation di un bullo diventato criminale. Fondamentale il rapporto di fiducia instaurato tra le vittime ed i poliziotti. Per vincere ogni tipo di reato bisogna partire dalla denuncia dei fatti subiti, solo così è possibile ripristinare la legalità. Per gli uomini della Squadra Mobile di Ragusa, essere diventati un punto di riferimento per tutti i ragazzi è motivo di grande orgoglio. Gli uffici della Polizia di Stato sono sempre pronti ad accogliere segnalazioni di disagio anche minimo subito dai più piccoli”.


09/03/2019

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