La Polizia di Stato - Squadra Mobile - ha eseguito la misura cautelare del divieto di avvicinamento a carico di un ragusano di 45 anni indagato per i reati di atti persecutori, percosse, ingiurie e minacce, ai danni di una giovane ventenne, con cui aveva avuto una breve relazione.
Il fare violento dell’uomo aveva determinato la donna ad allontanarlo mettendo fine alla breve relazione fra di loro.
Lui nono ha accettato la fine del rapporto ed ha iniziato a perseguitarla con minacce, percosse, numerosissimi messaggi molesti, arrivando anche a minacciare di morte i genitori di lei.
In una prima fase la vittima ha mentito anche alla sezione specializzata della Squadra Mobile che tratta quotidianamente reati contro la persona ed in particolare gli atti persecutori, il c.d. stalking. Nonostante fosse evidente che la giovane vittima stesse “coprendo” l’autore dei reati ai suoi danni, a nulla sono valsi gli aiuti offerti dagli investigatori della Polizia di Stato.
Dopo qualche settimana, proprio la ragazza che inizialmente aveva mentito per paura, si è determinata a denunciare il suo aggressore. Lui l’aveva convinta ad avere un ulteriore incontro ma aveva nuovamente picchiato la donna, tirandole i capelli e scaraventandola a terra.
La ragazza quindi ha raccontato tutto quello che aveva subito sin dall’inizio della relazione interpersonale ed in particolare nel mese di luglio.
Dopo la denuncia e l’escussione di alcuni testimoni, la Squadra Mobile ha fornito le fonti di prova, raccolte durante le indagini, alla Procura della Repubblica di Ragusa che ha richiesto d’urgenza la misura cautelare del divieto di avvicinamento, ottenendola dal Giudice per le Indagini Preliminari.
L’indagato è stato subito convocato negli uffici della Polizia di Stato, dove gli è stata notificata la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla vittima ed ai luoghi da questa frequentati.
“La Polizia di Stato di Ragusa invita tutti coloro che sono vittime di reati a rappresentare le proprie esigenze alla Squadra Mobile per poter iniziare un percorso idoneo alla risoluzione dei problemi. Nei casi di stalking, purtroppo esiste una recidiva costante da parte degli autori del reato e spesso le promesse non vengono mai mantenute: <<vediamoci un’ultima volta; sono cambiato; non lo farò mai più; ti prometto che non ti seguo più; ti prometto che non controllerò più il tuo telefono; ti giuro che cambio; ho solo bisogno di parlarti; voglio starti accanto anche solo come amico; l’ho fatto solo perché ti amo>>.
Solo con un’incisiva determinazione da parte del Questore - Autorità di Pubblica Sicurezza – con l’ammonimento o con l’applicazione di una misura cautelare da parte dell’Autorità Giudiziaria, è possibile porre fine a delle condotte persecutorie particolarmente gravi per chi le subisce”.