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La Polizia ferma uno scafista tunisino recidivo per aver condotto in Italia 111 migranti quasi tutti suoi connazionali.

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sbarco

La Squadra Mobile di Ragusa ha tratto in arresto per violenza a Pubblico Ufficiale, un tunisino che ha dato una testata ad un poliziotto del Reparto Mobile per sottrarsi ai controlli. Nonostante la frattura del naso guaribile in 30 giorni il poliziotto è riuscito a bloccare il migrante dopo il gesto di inaudita violenza.

La Polizia a seguito dello sbarco di ieri ha raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di un cittadino tunisino, classe 1989.

Secondo i testimoni è lui che ha condotto l’imbarcazione partita dalle coste tunisine. I migranti sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo per essere visitati, identificati e trasferiti in altri centri.

La nave della Marina Militare Britannica HMC Protector, in assetto Frontex, veniva informata da Circomare Lampedusa che vi era un natante con a bordo circa100 migranti e che sul posto stavano operando due unità della Guardia Costiera italiana, pertanto la nave militare operava il trasbordo dei migranti e li trasportava presso il porto di Pozzallo ove giungeva il 12.05.2018.

Gli uomini della Polizia di Stato - Squadra Mobile Questura di Ragusa - con la partecipazione di un’aliquota della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza e dei Carabinieri di Pozzallo, hanno sottoposto a fermo lo scafista che ha condotto l’imbarcazione con a bordo 111 migranti di varie nazionalità anche se prevalentemente tunisini.

I migranti sono partiti dalla Tunisia in quanto volevano raggiungere l’Europa perché in scarse condizioni economiche e hanno pagato mediamente 1.200 euro.

Grazie alle testimonianze dei passeggeri è stato possibile trarre in arresto lo scafista che su disposizione dell’Autorità Giudiziaria è stato condotto in carcere.

Il particolare che è emerso a seguito dell’identificazione dello scafista è che non era la prima volta che commetteva questo reato. Nonostante abbia dato un nome falso, le impronte digitali hanno permesso alla Polizia Scientifica di appurare che proprio la Squadra Mobile di Ragusa lo aveva arrestato ad ottobre del 2017. Un soggetto quindi che, dopo l’arresto ed il tempo di permanenza in carcere, era stato espulso dall’Italia una volta liberato. Nonostante tutto è tornato in Italia sempre in veste di scafista ma non ha fatto i conti con un nuovo arresto e stante la recidiva aggravata resterà in carcere per un lungo periodo.

 

Inoltre, la Polizia di Stato ha tratto in arresto un pericoloso soggetto tunisino (pluripregiudicato in Italia) che durante le fasi di ingresso al centro per migranti ha tentato di aggredire una donna operatrice presso l’Hot Spot. Ad impedire l’aggressione ci ha pensato uno degli agenti in servizio al Reparto Mobile di Catania che insieme ai colleghi si occupa della tutela dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica in occasione degli approdi delle navi che trasportano migranti e della permanenza di questi ultimi sul nostro territorio.

Il valoroso poliziotto non ha esitato a frapporsi tra il tunisino e la donna e per questo è stato colpito al volto brutalmente con una testata. Nonostante le ferite riportate, l’agente ha subito bloccato l’autore dell’aggressione. Immediato il supporto degli altri poliziotti per condurre il soggetto lontano dagli altri migranti (così da evitare un loro coinvolgimento), traendolo in arresto per il reato di violenza a Pubblico Ufficiale. L’arrestato, già gravato da pregiudizi di Polizia in Italia (paese che lo aveva espulso), è stato poi condotto presso il carcere di Ragusa a disposizione della Procura della Repubblica iblea. Al termine dell’eventuale condanna sarà nuovamente espulso in modo coatto.

 

La Squadra Mobile di Ragusa oltre ad aver indagato sul passato criminale dello scafista, ha condotto approfondite indagini in ordine a tutti i tunisini sbarcati già espulsi dal territorio italiano.

Dagli accertamenti effettuati a seguito del rilevamento delle impronte digitali da parte della Polizia Scientifica, la Squadra Mobile ha appurato che diversi cittadini tunisini erano già stati in Italia ed avevano commesso reati, soprattutto al nord Italia.

Alcuni di questi avevano anche commesso più tipologie di reato per poi essere espulsi, altri invece avevano solo provato a fare ingresso in Italia ma erano stati respinti con ordine del Questore competente per territorio.

Sono ben 6 i soggetti destinatari di provvedimenti giudiziari e che pertanto sono stati arrestati: 5 sono stati arrestati per aver fatto ingresso in Italia dopo l’espulsione. Si specifica che 4 di questi sono stati condotti in carcere in quanto pluripregiudicati, mentre uno è stato rimesso in libertà e sarà espulso. 1 altro soggetto è stato condotto in carcere dove dovrà scontare la pena a lui inflitta dal Tribunale di Ancona per il reato di resistenza a Pubblico Ufficiale.

Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.


16/05/2018

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