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Il proprietario della barca era anche lo scafista.

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sbarco

I migranti: “Abbiamo pagato quasi 2.000 euro e ci avevano detto che saremmo arrivati a Lampedusa”.

La Polizia, a seguito dello sbarco del 28, ha raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di un cittadino tunisino.

Il 27.10.2017, una nave del dispositivo Frontex militare portoghese, intercettata la presenza di una piccola imbarcazione in legno carica di migranti in precarie condizioni di galleggiamento, trasbordava i 48 migranti e faceva rotta verso il porto di Pozzallo ove giungeva il 28.10.2017. Gli uomini della Polizia di Stato - Squadra Mobile Questura di Ragusa - con la partecipazione di un’aliquota della Guardia di Finanza di Pozzallo ed una dei Carabinieri hanno sottoposto a fermo di Polizia Giudiziaria lo scafista tunisino. Dalle indagini è emerso che l’uomo, a differenza di tutti gli altri fermi ad oggi operati, era il proprietario della barca nonchè il figlio di colui che aveva organizzato il viaggio. In questo caso i migranti erano stati stipati in un appartamento in Tunisia e il giorno della partenza erano stati condotti su una piccola spiaggia da dove erano partiti. Per evitare responsabilità il proprietario della barca aveva fatto condurre l’imbarcazione ad un connazionale, ma le indagini hanno escluso che questi facesse parte dell’organizzazione, poichè aveva anch’egli pagato quasi 2.000 euro come gli altri passeggeri.

Al termine delle indagini, lo scafista è stato associato presso la casa circondariale di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria iblea competente territorialmente.

Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione.

I migranti sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo per essere visitati, identificati e trasferiti in altri centri.

Nel 2017 sono 93 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 200 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.


01/11/2017
(modificato il 31/10/2017)

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