Una “significativa collana di violenze fisiche” così si è espresso il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Ragusa, nel valutare i gravi indizi di colpevolezza che gravano su di un uomo di 39 anni, vittoriese con pregiudizi di polizia.
Le vittime sono la convivente e due figli minori di quest’ultima.
L’indagine della Polizia è iniziata ad agosto, quando la donna si è presentata presso gli uffici del Commissariato di Vittoria portando con sé due bambini, terrorizzata e chiedendo di essere aiutata.
Immediatamente soccorsa e rassicurata, la giovane donna ha riferito di essere riuscita a scappare dal proprio compagno convivente che voleva ucciderla, dopo che aveva subito per tutta la notte violenze fisiche che le avevano procurato fortissime lesioni traumi e fratture.
La donna ha raccontato di avere avuto una decennale relazione sentimentale con l’uomo che nell’ultimo anno aveva cambiato atteggiamento, ubriacandosi spesso e divenendo violento.
Nell’affrontare tale delicata vicenda la Polizia ha richiesto l’ausilio delle professioniste del centro antiviolenze “Donne a Sud” che al pari dell’associazione “Il Filo di seta” operano su Vittoria con abnegazione, professionalità e grandissimo spirito di collaborazione in numerosissimi casi di violenza di genere.
Le capacità investigative della Polizia di Stato unite al sostegno morale, psicologico, legale fornito dalle donne del centro antiviolenza hanno permesso alla vittima di aprirsi e rendere un racconto completo su un anno infernale che aveva trascorso, del quale voleva sbarazzarsi definitivamente.
Il Giudice per le indagini preliminari, sulla scorta delle indagini della Polizia, coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica dr. Francesco Riccio ha ritenuto sussistenti gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato per il delitto di maltrattamenti in famiglia aggravato ed ha applicato all’indagato la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza ed il divieto di avvicinamento alla vittima, prescrivendogli di mantenere una distanza di almeno 100 metri da lei.