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La Squadra Mobile di Ragusa, con l’ausilio della Polizia Stradale e dei Commissariati di Modica e Vittoria, ha tratto in arresto 3 imprenditori e ne ha denunciati altri 9 per sfruttamento dei braccianti agricoli.

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sfruttamento braccianti agricoli

La Polizia Stradale ha scoperto, occultati da un telone, 13 lavoratori all’interno del vano di carico di un autoarticolato.

La Squadra Mobile di Ragusa, nell’ambito del progetto “Freedom” della Polizia di Stato, coordinata dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine, ha concluso la seconda fase dell’attività di contrasto al caporalato nella provincia iblea.

L’operazione, su scala nazionale, ha visto impegnate anche le Squadre Mobili di Agrigento, Forlì - Cesena, Latina, Lecce, Matera, Ragusa, Salerno, Siracusa, Taranto, Verona e Vibo Valentia.
I poliziotti della Squadra Mobile sono stati coadiuvati dai Reparti Prevenzione Crimine e Gabinetti Regionali di Polizia Scientifica, nonché da uffici di altre amministrazioni come il Corpo Forestale dello Stato, l’INPS, l’Ispettorato Territoriale del Lavoro, l’ASP di Ragusa - Servizio Igiene - dello SPRESAL (Servizio Prevenzione e Sicurezza negli ambienti di lavoro) e i comandi delle Polizie Locali.

Nel corso dell’operazione è stata accertata l’inosservanza delle norme contributivo-previdenziali e di sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché, in alcuni casi, dell’illecita attività di intermediazione tra la domanda e l’offerta, compiuta dai c.d. “caporali”. Nella Provincia di Ragusa 3 imprenditori agricoli sono stati tratti in arresto e altri nove denunciati all’Autorità Giudiziaria: 11 aziende controllate, 126 i braccianti agricoli identificati tra cui molti extracomunitari. A Ragusa arrestati 3 uomini, denunciati 9, controllate 11 aziende nei territori di Ragusa (1 arrestato), Ispica (2 arrestati e 3 denunciati) Santa Croce (tutto regolare), Vittoria (4 denunciati) e Acate (2 denunciati); 126 braccianti agricoli identificati (17 rumeni di cui 12 donne, 41 africani di cui 2 donne, 11 albanesi, 15 bengalesi, 10 pakistani, 5 indiani e 27 italiani).

Ad Ispica e Santa Croce Camerina Camerina, sono state controllate due aziende virtuose che operavano nel pieno rispetto delle normative, sia per quanto concerne l’impiego dei braccianti agricoli e quindi quanto contenuto nei contratti collettivi provinciali, sia per tutte le altre norme correlate, come la sicurezza sui luoghi di lavoro, l’uso di fitofarmaci e la tracciabilità dei prodotti biologici.

Dall’escussione di alcuni lavoratori impiegati presso un’azienda agricola del ragusano è emerso che la paga per tutti (anche quelli con contratto) era di 25 euro al giorno per 8 ore circa, ovvero 3 euro per un’ora di lavoro, paga totalmente difforme da quanto previsto dai contratti collettivi. Gravissime erano le condizioni di degrado all’interno dell’azienda agricola ed in particolar modo nei magazzini trasformati in abitazioni senza alcuna idoneità alloggiativa, così come certificato dall’ASP di Ragusa.

Condizione altrettanto grave è stata riscontrata in territorio di Ispica, dove in c.da Marza, un’azienda di oltre 250.000 mq, impiegava circa 30 lavoratori che, seppur quasi tutti ingaggiati, venivano sfruttati quotidianamente.

E’ emerso anche che uno degli arrestati, durante il controllo, approfittando della vastità del terreno e quindi della lontananza dai poliziotti, avvicinava gli operai prima che venissero ascoltati dalla Squadra Mobile, minacciando di licenziarli se avessero riferito le reali condizioni di lavoro alla Polizia di Stato: “dovete dire che prendete 50 euro per 8 ore di lavoro, altrimenti vi licenzio”.

A Vittoria è stata controlla un’azienda la cui titolarità era riconducibile a diversi fratelli e loro figli ed anche in questo caso sono stati riscontrati numerosi indici di sfruttamento dei lavoratori, pertanto, considerato quanto accertato, i titolari sono stati denunciati in stato di libertà, perché, seppur indagati per il reato previsto dalla norma sul c.d. caporalato, non state violate in modo così grave le norme da procedere all’arresto in flagranza, misura pre-cautelare facoltativa.

Effettuati controlli anche ad Acate dove sono stati denunciati un imprenditore del nord Italia che aveva delocalizzato la sua azienda agricola in provincia di Ragusa con diversi impianti per produzione in serra ed una giovane rumena di appena 19 anni che da bracciante agricola.

L’Ispettorato del Lavoro, l’INPS e l’ASP procederanno a contestare le diverse infrazioni accertate nell’ambito dei suddetti controlli.

Sono tante le aziende segnalate all’Autorità Giudiziaria per la violazione della norma di recente novellata dello sfruttamento della manodopera.

“La Polizia di Stato in provincia di Ragusa continua a vigilare sul rispetto delle norme al fine di tutelare, come già detto, i lavoratori costretti per il loro stato di bisogno ad accettare lo sfruttamento da parte degli imprenditori. Il controllo è fondamentale anche per gli imprenditori onesti che, come da loro riferito, non riescono a battere la concorrenza di chi viola le leggi chiedendo maggiori controlli”.


25/07/2017

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