61 i fermati nel 2017 (5 minori); 200 i fermati del 2016 (29 minori).
La Polizia a seguito dello sbarco di ieri ha raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di due cittadini gambiani, due Egiziani e di un cittadino delle Isole Comore.
Secondo i testimoni sono loro i responsabili del delitto previsto dall’art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286.
I migranti provenienti dal centro Africa sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo per essere visitati, identificati e trasferiti in altri centri.
Nella mattinata del 09.07.2017 la nave “DICIOTTI” della Guardia Costiera Italiana in seguito a una chiamata satellitare di soccorso per un gommone carico di migranti inizio alle operazioni di soccorso e di trasbordo dei complessivi 112 migranti che occupavano il gommone. Successivamente i 112 migranti venivano trasbordati sulla nave “PELUSO” della Guardia Costiera Italiana, che giungeva presso il porto di Pozzallo alle ore 8:00 di ieri, non prima di aver soccorso altri tre natanti.Dopo le operazioni sanitarie di rito, i migranti venivano trasferiti presso l’Hotspot di Pozzallo per le operazioni di pre-identificazione. Gli uomini della Polizia di Stato - Squadra Mobile Questura di Ragusa - con la partecipazione di un’aliquota della Guardia di Finanza ed una dei Carabinieri, hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto 5 scafisti a distanza di 14 ore dall’approdo della nave italiana.Grazie alla piena collaborazione dei migranti passeggeri dei gommoni soccorsi è stato possibile sottoporre a fermo gli scafisti di tre natanti. Su due dei gommoni soccorsi vi erano due scafisti, chi curava il timone e chi la bussola e le comunicazioni satellitari, sul terzo natante vi era un uomo tuttofare.Uno dei migranti sottoposto a fermo era ancora in possesso di un telefono satellitare ed un navigatore marino.Le univoche e concordi dichiarazioni testimoniali rese dai migranti hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza per sottoporre a fermo di indiziato di delitto gli scafisti.Anche in questo caso i 5 scafisti fermati avevano raggiunto accordi con i libici per effettuare la traversata.Al termine delle indagini, gli scafisti sono stati associati presso la casa circondariale di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Ragusa competente territorialmente. Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria