La Polizia di Stato – Squadra Mobile – ha sottoposto a fermo di P.G. un quarantenne per aver commesso reati di violenza sessuale aggravata e atti sessuali con minorenne, ai danni della figlia della donna con la quale conviveva da anni.
Un solerte cittadino ragusano aveva installato mesi addietro delle telecamere per controllare la casa di campagna. La scorsa settimana, notando che alcuni oggetti del cortile erano stati spostati, cercava di capire se vi fosse stato un tentativo di furto ai suoi danni.
Esaminando le immagini catturate dalla video sorveglianza, si insospettiva quando notava la presenza di un uomo e di un’altra figura rassomigliante ad una ragazzina di giovanissima età, dei fatti veniva avvisata la Squadra Mobile che immediatamente procedeva alle analisi delle immagini.
La conoscenza del territorio e dei soggetti che ivi orbitano, ha permesso agli investigatori della Polizia di Stato di riconoscere l’uomo in quanto pluripregiudicato per altre tipologie di reato. L’utilizzo di speciali software per la gestione delle immagini e l’abilità acquisita negli anni di indagini tecnico-scientifiche dalla Squadra Mobile di Ragusa hanno permesso di focalizzare l’attenzione sul soggetto di probabile interesse investigativo nel giro di poche ore.
La Squadra Mobile concordava con il Pubblico Ministero un intervento immediato per porre fine agli abusi subiti dalla piccola. Un team di investigatori specializzato della Sezione Reati contro i minori ha ascoltato la bambina che con grande coraggio e nonostante la fisiologica paura, ha raccontato tutto alle poliziotte ed alla psicologa.
Un altro team di investigatori ha individuato il soggetto conducendolo presso gli uffici della Squadra Mobile dove, dopo una prima reticenza, ha ammesso quanto accaduto e i precedenti abusi da lui commessi negli anni ai danni della figlia della donna con la quale conviveva.
Anche la madre della piccola, nonché compagna da anni dell’uomo, è stata escussa dagli investigatori, ignara di quanto l’uomo commettesse in sua assenza. La donna ha sporto querela per i reati non procedibili d’ufficio, avvisando anche il padre della bambina che ha già avanzato le stesse richieste.
Dal racconto della piccola, confermato anche dal soggetto abusante, è emerso che lui minacciasse di far del male a lei ed alla madre che la bambina cercava di proteggere rimanendo in silenzio. Gli abusi avvenivano da anni e questo è stato dichiarato dalla piccola che con grande coraggio si è affidata alla Polizia di Stato riuscendo a raccontare fatti di una spiccata gravità sia dal punto di vista giuridico che morale.
Al termine delle brevi indagini, la Squadra Mobile ha condotto il soggetto in carcere dove sarà allocato presso un reparto speciale dedicato ai sex offender in attesa del giudizio.
Il Giudice per le Indagini Preliminari ha già espletato l’udienza di convalida ed ha applicato la misura cautelare in carcere.