Tra i 360 migranti fermato lo scafista di un gommone
I Migranti, partiti con più imbarcazioni dalle coste africane sono stati soccorsi in mare una volta prestate le prime cure a bordo delle motovedette soccorritrici sono stati trasportati all’Hot spot di Pozzallo.
Gli uomini della Polizia di Stato - Squadra Mobile Questura di Ragusa - con la partecipazione di un’aliquota dei Carabinieri e della Guardia di Finanza hanno sottoposto a fermo uno scafista nigeriano responsabile di aver condotto il gommone con 160 persone a bordo, grazie alle testimonianze di altri migranti a bordo
Per quanto riguarda l’altro gommone soccorso, è stato possibile individuare un giovane nigeriano costretto a comandare il gommone e poi sostituito da un egiziano in quanto non era neanche in grado.
In questo caso non essendo emerse responsabilità a carico di chi ha condotto il gommone, gli atti sono stati tramessi all’Autorità Giudiziaria ma senza procedere al fermo in mancanza di gravi indizi di colpevolezza.
Oltre ad indagare sui due eventi, la Polizia ha dovuto chiarire anche la presenza di due libici giunti insieme agli altri migranti. I due erano stati salvati da una motovedetta libica in quanto sono stati trovati su un piccolissimo barchino in difficoltà, per poi essere condotti sulla nave soccorritrice dove sono stati trasbordati e portati i Italia.
I due libici hanno dichiarato al momento dello sbarco di aver intrapreso il viaggio in quanto uno di loro era affetto da una grave malattia e non aveva trovato cure adeguate.
Effettivamente in due avevano al seguito numerosi documenti sanitari che sono stati trasmessi unitamente al paziente subito in ospedale per gli accertamenti del caso.
Per quanto concerne le indagini sui 29 cadaveri giunti giorno 6 a Pozzallo, verrà eseguita l’autopsia nei prossimi giorni sui soggetti individuati dalla Procura, mentre gli altri sono già stati tumulati a completamento delle identificazioni da parte della Polizia Scientifica, anche per un eventuale riconoscimento da parte dei familiari delle vittime.