Attività Polizia di Stato
Il Questore di Viterbo dott. Fausto Vinci e il professore Stefano Grego, testimone della Shoah, commemorano all’Istituto Scolastico “Paolo Savi” l’ultimo Questore di Fiume italiana, funzionario di Pubblica Sicurezza Giovanni Palatucci, in occasione del 79° anniversario della sua morte, avvenuta il 10 febbraio 1945, nel campo di concentramento di Dachau, dove era stato deportato con il numero di matricola 117826 in alternativa alla condanna a morte per “cospirazione e intelligenza con il nemico”.
La grave colpa che gli costò l’arresto da parte della Gestapo fu quella di aver salvato la vita ad oltre cinquemila ebrei italiani e stranieri, cancellando per sei anni dagli archivi dell’Ufficio Stranieri di cui era responsabile, le tracce della loro appartenenza alla razza ebraica e di aver continuato la sua attività anche quando la città di Fiume fu occupata dai nazisti.
Avvisato che stava per essere scoperto volle restare al suo posto per non far subire ritorsioni ai suoi collaboratori che lo avevano aiutato ‘scegliendo liberamente di rispondere alla legge morale dell’umanità anche in un periodo in cui l’umanità era scomparsa’ come ricordato dal professor Grego.
Il Questore Palatucci, offrì la sua vita ma non tradì mai i suoi collaboratori, neanche sotto tortura, forte della giusta convinzione di avere scelto la vita per molti altri giusti come lui, che avrebbero continuato a illuminare il mondo disumanizzato dalla guerra con la luce della positività, del sorriso, delle aspettative per il futuro.
Dal 1952 in Israele è stato attribuito a Giovanni Palatucci il titolo di "Giusto tra le nazioni" e dedicato un bosco con cinquemila alberi; nel 1995, in occasione della Festa della Polizia di Stato, l'allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, gli conferì la Medaglia d'Oro al merito civile alla memoria quale ‘esempio eroico di coraggio e solidarietà a tutela del valore più alto proclamato dalla Costituzione repubblicana, la dignità umana. La sua straordinaria lezione di generosità e di altruismo ha contribuito a riscattare il nostro Paese dalla vergogna delle leggi razziali dimostrando come in significative occasioni gli italiani seppero anteporre le ragioni della loro coscienza alla violenza della dittatura’.
Gli studenti riuniti nell’Aula Magna dell’Istituto alla presenza delle autorità civili e militari hanno seguito con grande attenzione i successivi interventi della Dirigente Scolastica dottoressa Paola Bugiotti, della Sindaca Chiara Frontini, del Presidente della Provincia Alessandro Romoli e del Prefetto Gennaro Capo, moderati dal Capo di Gabinetto della Questura Roberto D’Amico.
Ogni intervento è riuscito ad evidenziare un aspetto particolare degli elevati valori morali che la grande personalità di Giovanni Palatucci ha consegnato ai posteri e che ogni buon cittadino italiano dovrebbe mettere in pratica perché garantiti dalla Costituzione Italiana.
Le numerose e profonde domande che i ragazzi hanno posto al Questore sono state indice della piena comprensione del messaggio lasciato da Giovanni Palatucci: altruismo, senso del dovere, generosità, coscienza civica, umanità, pace di cui tutti siamo quotidianamente responsabili e moralmente chiamati a contribuire per la crescita dell’umanità lottando sempre contro l’indifferenza di molti.
Per tutto ciò Giovanni Palatucci è stato nominato in Vaticano, nel 2004, ‘Servo di Dio’, avviando in tal modo il percorso verso la beatificazione.
La commemorazione si è conclusa con la benedizione del Cappellano della Polizia di Stato Don Flavio Valeri nel giardino dell’Istituto seguita alla piantumazione di un albero di ulivo, simbolo di pace e alla dedicazione di una targa in memoria di Giovanni Palatucci “Giusto tra le nazioni”.