Sala Operativa
Ogni volta che chiamava la Sala Operativa della Questura di Vicenza, per avvisare l'uscita ed il rientro a casa, secondo i dettami stabiliti dal Giudice di Sorveglianza che le aveva imposto la detenzione domiciliare, la bella domenicana non perdeva occasione per rispondere in maniera sfrontata ed arrogante ai poliziotti. Ormai gli operatori sapevano che le chiamate della donna, coinvolta in un grosso traffico di sostanze stupefacenti, erano maleducate e scortesi.
Così, quando ieri alle 19,00 le due poliziotte della Sala Operativa hanno ricevuto la telefonata della donna, sono rimaste colpite dal cordiale saluto iniziale e dal tono gentile della conversazione tramite la quale comunicava il rientro nella propria abitazione.
Eppure la voce era la stessa ed anche l'accento sudamericano era quello di sempre. Qualche altra domanda sulla salute del bambino, e la conseguente risposta di ringraziamento sull'interessamento da parte della Polizia ed ecco la conferma che non poteva essere la stessa persona che quotidianamente chiamava la Sala Operativa.
La volante si portava immediatamente presso l'abitazione e trovava all'interno una donna somigliante in tutto per tutto alla domenicana arrestata. Per confermare che si trattasse della persona sottoposta alla misura restrittiva, la donna esibiva il documento di identità intestato alla detenuta.
Solo grazie al foto segnalamento, al quale veniva sottoposta, si scopriva che la donna, che aveva chiamato la Sala Operativa, altro non era che la sorella minore della domenicana, che per l'occasione si trovava in un locale pubblico con gli amici.
La donna veniva denunciata per favoreggiamento all'evasione e per false dichiarazione a Pubblico Ufficiale, mentre la sorella per evasione.