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CRONOTACHIGRAFI ALTERATI. MAXI OPERAZIONE DELLA POLIZIA STRADALE DI VICENZA

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Un ingegnere e 3 titolari di un officina autorizzata (CTA) del milanese tratti in arresto, 31 perquisizioni in 12 provincie all’interno di numerose altre officine ed aziende di autotrasporto e 135 veicoli industriali oggetto di controllo.

OPERAZIONE "GHOST WRITERS" Le indagini compiute dalla Polizia Stradale di Vicenza trattano del diffuso e dilagante fenomeno dell'installazione di illecite modifiche su apparati cronotachigrafi applicati a farne uso, con gravi riflessi negativi relative sulle esigenze di tutela dei conducenti professionali e di sicurezza della circolazione stradale. In estrema sintesi può dirsi che il "cronotachigrafo" sia un apparecchio di controllo introdotto dalla normativa comunitaria e recepito da quella nazionale che permette di verificare il rispetto delle norme sui tempi di guida, riposo e pausa (giornalieri, settimanali e bisettimanali che ai conducenti di veicoli adibiti al trasporto di merci aventi massa a pieno carico superiore a 35 quintali o al trasporto di persone con oltre 9 posti oltre il conducente viene imposto di rispettare. Tale dispositivo, quindi, permette di conseguire gli obiettivi fissati dalla normativa europea: armonizzare le condizioni di concorrenza tra diversi modi di trasporto terrestre e migliorare le condizioni di lavoro dei conducenti professionali e, di conseguenza, gli standard di sicurezza stradale. Esistono due distinti tipi di cronotachigrafi: analogici e digitali; l'alterazione di questi ultimi ha costituito l'oggetto dell'indagine condotta dalla Sezione Polizia Stradale di Vicenza. I cronotachigrafi digitali registrano i dati acquisiti su un hard disk e su una tessera, denominata "scheda conducente" (quando inserita) che riassume tutta l'attività di guida compiuta dal titolare. Esso si interfaccia con un "sensore di movimento" installato sul cambio del veicolo industriale in grado di trasformare gli impulsi magnetici rilevati dal "sistema veicolo" in dati numerici, immagazzinati nel cronotachigrafo. Tale sistema è in grado di memorizzare i dati identificativi del veicolo, la distanza percorsa, i periodi di guida e riposo del conducente, le anomalie di funzionamento ed i guasti nonché la velocità istantanea tenuta dal mezzo. Le risultanze di tali registrazioni possono essere trascritte su un supporto cartaceo in caso di controllo da parte degli organi di polizia che possono, quindi, verificare il rispetto della normativa sui tempi di guida e di riposo. I dati contenuti nell'hard disk devono essere poi detenuti obbligatoriamente per legge presso le imprese di autotrasporto. Riuscire ad alterare le risultanze fornite da tale strumento, quindi, costituisce, per l'impresa di trasporto, un importante valore aggiunto in quanto permettere di aggirare i lacci e lacciuoli imposti dalla normativa, ottenendo l'abbassamento dei costi fissi legati al trasporto ed un indebito vantaggio economico nei confronti dei concorrenti, con evidenti effetti distorsivi della concorrenza. Questi interventi però presentano un lato evidentemente negativo: il lavoratore ha minore tutela sul posto di lavoro in quanto la propria attività di guida si prolunga ben oltre il consentito e ciò evidentemente si riverbera sulla sicurezza della circolazione stradale. Anche l'alterazione dei dati relativi alla velocità effettiva tenuta dal mezzo è concreta fonte di pericolo: si pensi, ad esempio, al fatto che gli spazi di arresto di un veicolo, passando da una velocità di 80 kmh a quella di 90 kmh si allungano di 17 metri ai quali devono essere aggiunti altri 3 metri relativamente ai tempi di reazione. Un totale di 20 metri aggiuntivi, estremamente pericolosi se si pensa che il mezzo in questione ha di solito una massa di 440 quintali. Tali alterazioni non possono essere realizzate senza la complicità e disponibilità di soggetti qualificati, abilitati per legge a compiere operazioni di installazione, calibrazione e revisione dei dispositivi cronotachigrafo. Tali strumenti infatti possono essere controllati e revisionati esclusivamente da officine autorizzate (C.T.A. "centri tecnici autorizzati") che attestano il regolare funzionamento del sistema. La presenza di tale attestazione permette al veicolo di NON subire il controllo del sistema da parte dei funzionari della Motorizzazione Civile in sede di revisione annuale. Secondo la giurisprudenza tali soggetti rivestono la qualifica di pubblici ufficiali. Proprio in considerazione della pericolosità di tale condotta, il Ministero dell'Interno - Servizio Polizia Stradale ha, negli ultimi anni, aumentato sempre più il numero di controlli di tali sistemi di registrazione. In tale ottica, sin dall'inizio del 2009, la Sezione Polizia Stradale di Vicenza ha svolto una certosina attività di controllo nel settore, identificando alcuni veicoli che, sottoposti a specifici servizi di appostamento e pedinamento, evidenziavano registrazioni digitali non corrispondenti agli effettivi tempi di movimento monitorati dal personale. Da tali veicoli era possibile risalire ad un C.T.A. sedente nella Provincia di Vicenza e da questo ad un'altra officina con sede nella provincia di Padova, entrambe sottoposte a perquisizione e che hanno permesso di accertare che il fenomeno delle modifiche illecite degli apparati cronotachigrafi, ben lungi dal costituire un fenomeno locale, assumeva una portata molto ampia e conduceva, in particolare a due C.T.A.: la "Tachoservice" e la "Tachoservice s.r.l." entrambe con sede in Concorezzo (MB). Una lunga attività di monitoraggio dei veicoli ospitati e "riparati" da tali officine, unite ad una breve attività di intercettazioni telefoniche compiute dal personale dipendente della Sezione Polizia Stradale di Vicenza, ha permesso di accertare l'esistenza di nuovi e più sofisticati sistemi di alterazione dei cronotachigrafi digitali, utilizzati da numerosi mezzi pesanti appartenenti a diverse ditte di autotrasporto. I dati di volta in volta acquisiti venivano ulteriormente sottoposti ad analisi per cogliere eventuali anomalie. In due anni di indagini sono stati verificati oltre 27.000 files contenenti informazioni sul "comportamento" dei mezzi controllati. In effetti, nel tempo, si è avuto modo di constatare un notevole affinamento dei sistemi elettronici di alterazione; da dispositivi semi-artigianali e comunque piuttosto abborracciati si è passati in pochi mesi a strumenti molto più professionali e raffinati. Questo, evidentemente, per far fronte ai ritrovamenti di dispositivi alterati compiuti dalla Polizia Stradale sull'intero territorio nazionale. I veicoli venivano sottoposti, a seguito di controlli apparentemente casuali, a verifica tecnica che determinare il ritrovamento delle alterazioni: tale attività ha permesso alla Polizia Stradale di Vicenza di deferire all'Autorità Giudiziaria ben 87 persone, rinvenendo 52 cronotachigrafi alterati montati su altrettanti veicoli adibiti al trasporto di merci. Le modifiche accertate sono di due tipi: prima modalità: procedendo alla modifica del "sensore di movimento" che viene rimosso, aperto con conseguente rimozione del dispositivo elettronico che traduce gli impulsi magnetici in impulsi elettrici registrabili dal cronotachigrafo in forma alfanumerica. Tale dispositivo viene sostituito con un diverso supporto elettronico che consente al conducente di escludere il funzionamento del sensore mediante un interruttore posto in un qualsiasi posto della cabina. Tale sistema permette esclusivamente di far risultare fermo un veicolo in realtà in movimento. Tale sistema ha un doppione, pure rinvenuto dalla Polizia Stradale di Vicenza, meno sofisticato e che si sostanzia in una calamita collegata ad un martelletto olio-dinamico che, attivato da un interruttore, permette di avvicinare il magnete al "sensore di movimento". La vicinanza di tale manufatto "manda in tilt" il dispositivo che cessa di funzionare, facendo apparire il mezzo non in movimento. seconda modalità Procedendo a inserire un secondo sensore: viene inserito, lungo i cavi che vanno dal sensore di movimento installato sul cambio fino al cronotachigrafo, un secondo sensore di movimento che invierà a questi dei dati non rilevati dal cambio (e quindi dall'effettivo movimento del veicolo) ma generandoli autonomamente. In tal caso il secondo sensore è costituito da una scatoletta di plastica contenente dei circuiti elettronici stampati. Tale modifica, oltre a simulare un periodo di pausa o di riposo, permette di diminuire la velocità rilevata del 5, 10 e 15%, attivabile tramite un telecomando simile a quello utilizzato per i cancelli. Un'ulteriore approndita attività di analisi dei dati ottenuti dall'attività di indagine descritta, eseguita incrociando le proprie risultanze con quelle emergenti da altri rinvenimenti di simili dispositivi compiuti da altri uffici della Polizia Stradale in diverse parti di Italia, permetteva di identificare il probabile progettista di tali sofisticati sistemi di alterazione. Tale soggetto, inizialmente individuato attraverso un indirizzo mail e successivamente identificato in BARALDINI Claudio, ingegnere, dipendente di una società di Segrate, operante proprio nel campo della progettazione e produzione di strumenti per la calibrazione dei tachigrafi, totalmente estranea ai fatti. La complessità e affidabilità dei sistemi di alterazione dei cronotachigrafi, permetteva al Baraldini, ed ai titolari della "Tachoservice" e "Tachoservice s.r.l." di riconoscere una garanzia di un anno del prodotto, decorrenti dalla data di vendita stampigliata su un etichetta collocata sulla scatolina contenente il secondo sensore installato nell'impianto di registrazione. Le risultanze delle indagini compiute dalla Sezione Polizia Stradale di Vicenza ha indotto il G.I.P. del Tribunale di Monza, su richiesta del titolare della porzione di inchiesta radicatasi in tale ufficio (P.M. dssa Franca Macchia) ha concesso l'esecuzione di n. 4 ordinanze di custodia cautelare, eseguita nella giornata di ieri 24 maggio, nei confronti di: 1. RUVOLO IGNAZIO, 2. RUVOLO MARIO, 3. BALCONI GIOVANNA, (tutti amministratori e titolari delle C.T.A. "Tachoservice" e "Tachoservice s.r.l." con sede in Concorezzo (MB) 4. BARALDINI CLAUDIO, tutti indagati per: corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, rimozione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro e contraffazione di pubblici sigilli o strumenti destinati a pubblica certificazione ed uso di sigilli e strumenti contraffatti, in quanto, in concorso tra loro, realizzavano e commercializzavano sistemi atti ad alterare le risultanze delle attività di guida dei conducenti di veicoli pesanti adibiti al trasporto di merci, registrate sui dispositivi di controllo denominati "cronotachigrafi". Oltre a tali misure cautelari sono stati notificati 21 avvisi di garanzia nei confronti di altrettanti titolari di imprese di autotrasporto, C.T.A., intermediari e rivenditori di ricambi per mezzi pesanti ubicati nel territorio nazionale e che hanno richiesto e/o ottenuto dispositivi di alterazione dei cronotachigrafi digitali spesso già rinvenuti dalla polizia giudiziaria (limitatamente ai veicoli industriali). Tali indagati e arrestati si aggiungono alle 87 persone già denunciate all'A.G. Sono stati sottoposti a perquisizione 31 obiettivi ubicati in 7 Regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Puglia, Sicilia) e in 12 distinte Province (Vicenza, Padova, Alessandria, Milano, Monza, Bergamo, Brescia, Bologna, Ascoli Piceno, Bari, Ragusa e Catania) mentre sono stati verificati 45 mezzi pesanti, uno dei quali è stato già trovato munito di dispositivo di alterazione. Altri 8 dispositivi analoghi sono stati rinvenuti presso altri C.T.A. Tali rinvenimento hanno confermato le ipotesi investigative e l'esistenza degli scellerati rapporti in essere tra tali società e la "Tachoservice" e "Tachoservice s.r.l." e, tramite queste, con il Baraldini. Nei prossimi giorni altri 90 veicoli, non presenti presso le rispettive sedi, verranno sottoposti ad analoghi controlli. Numeroso materiale informatico è stato rinvenuto presso il C.T.A. di Concorezzo e il domicilio del Baraldini. Esso verrà sottoposto a verifica nel prossimo futuro. All'attività di indagine compiuta hanno preso parte complessivamente 74 operatori di Polizia Stradale appartenenti alla Sezione Polizia Stradale di Vicenza ed ai reparti territorialmente competenti, oltre a personale in forza al Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Milano e a 5 ausiliari di polizia giudiziaria.
27/05/2011
(modificato il 31/05/2011)

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