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Nave di migranti nel porto di Vibo Marina.

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motovedetta

Arrestati lo scafista ed un marocchino condannato a pena detentiva.

Alle ore 08.00 del 7 ottobre scorso ha attraccato presso il porto di Vibo Marina la nave della Marina Militare irlandese "Samuel Beckett", con a bordo 474 migranti provenienti da tre distinte operazioni di salvataggio in alto mare, portate a termine nei giorni scorsi.

Come di consueto, già nelle primissime fasi dello sbarco, l'apposita task force di Ufficiali ed Agenti di Polizia Giudiziaria appartenenti alla Squadra Mobile ed alle altre Forze di Polizia, ha dato il via all'attività di indagine volta all'identificazione di eventuali scafisti presenti a bordo della nave irlandese.

Gli immediati contatti con l'Ufficiale di collegamento italiano presente sull'imbarcazione, hanno consentito di avere contezza delle relazioni redatte dai Comandanti delle tre navi coinvolte nelle distinte operazioni di salvataggio, dalle quali si è riusciti ad individuare tra i migranti alcuni testimoni che hanno indicato un'unica persona certamente identificabile come scafista di uno dei tre eventi. Quest'ultimo è stato, dunque, sottoposto a fermo di indiziato di delitto, per aver favorito l'ingresso nel territorio italiano di persone straniere al fine di trarne profitto, ed associato alla Casa Circondariale di Vibo Valentia a disposizione dell'Autorità Giudiziaria competente.

Nel corso dell'attività di identificazione dei migranti giunti al porto di Vibo Marina, che prevede il fotosegnalamento e la successiva comparazione delle impronte digitali con la banca dati centrale "Afis", personale dell'Ufficio Immigrazione ha individuato la presenza di un cittadino marocchino destinatario di una segnalazione per reati in materia di stupefacenti.

Lo straniero, che ha fornito false generalità all'atto dello sbarco, è invece risultato essere già stato espulso, nel 2014, dalla Questura di Prato, in esecuzione di provvedimento del Tribunale di Sorveglianza di Firenze che aveva commutato il residuo della pena di un anno e due giorni di reclusione con l'espulsione dal territorio italiano per dieci anni. Essendo lo stesso stato rintracciato nuovamente in Italia prima del decorso dei dieci anni, è stato tratto in arresto dal personale dell'Ufficio Immigrazione, per scontare in carcere il residuo della pena.


09/10/2015

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