Arrestato dalla Polizia di Stato
Durante la mattinata del 22 giugno u.s. un uomo aveva segnalato al 113 una aggressione in una frazione di Vibo Valentia, immediatamente sono giunte sul posto le volanti della Polizia di Stato, individuando un uomo riverso in terra e con evidenti perdite ematiche subire l’aggressione da parte di un altro, armato di una accetta. Nonostante venisse più volte ordinato all’uomo di allontanarsi dall’altro che stava aggredendo nonché di deporre l’arma da taglio che brandiva, gli operatori venivano costretti a esplodere un dardo a impulsi elettrici mediante la pistola “Taser” in dotazione, riuscendo in tal modo a mettere in sicurezza l’aggressore nonché a proteggere la vittima.
All’esito delle prime indagini espletate emergeva che l’aggressione era nata per futili motivi, per problemi di vicinato, presto però degenerati in una furibonda aggressione mediante l’uso dell’arma da taglio che, come risulta agli atti delle indagini, avrebbe proprio mirato a colpire la vittima in testa, con la finalità di uccidere. Per tali ragioni, sulla scorta delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, diretta dal Sig. Procuratore Dott. Camillo Falvo, l’uomo veniva tratto in arresto per tentato omicidio e resistenza a pubblico ufficiale ed associato agli arresti domiciliari.
Poco dopo che l’uomo era stato sottoposto agli arresti domiciliari, giungeva una nuova segnalazione al numero di emergenza 113 secondo cui l’arrestato si sarebbe allontanato dall’abitazione.
Immediatamente venivano inviati equipaggi della Squadra Mobile di Vibo Valentia e della Squadra Volante dell’U.P.G.S.P., i quali avviavano serrate ricerche in tutta l’area di interesse operativo fino a riuscire ad individuare l’uomo in un terreno a circa 1 km di distanza dall’abitazione, traendolo in arresto per evasione.
A seguito dell’evasione l’uomo veniva collocato in custodia presso la Casa Circondariale di Vibo Valentia in attesa dell’udienza di convalida, all’esito della quale veniva convalidato l’arresto dell’uomo e poi confermata la sottoposizione alla misura cautelare della custodia in carcere.