Responsabile di estorsione aggravata dalle modalità mafiose
Nelle prime ore della mattina odierna, personale della Squadra Mobile ha dato esecuzione ad ordinanza di custodia cautelare in carcere richiesta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro ed emessa dal G.I.P. di quel Tribunale, traendo in arresto un quarantaduenne pluripregiudicato di Vibo Marina, ritenuto organico alla pericolosa cosca dei “Piscopisani”, perché responsabile, in concorso con altri, di estorsione e lesioni aggravate per essere state commesse con modalità di tipo mafioso.
La misura cautelare si riferisce ad un episodio avvenuto nella tarda serata del 13 giugno 2015, allorquando era pervenuta al 113 una chiamata che segnalava un pestaggio in atto sul molo antistante la Capitaneria di Porto di Vibo Marina. Il personale dipendente, recatosi subito sul luogo segnalato, apprendeva che poco prima un membro dell’equipaggio di un motopeschereccio era stato aggredito e colpito violentemente da due persone armate di bastoni, le quali erano riuscite a darsi alla fuga a bordo di un’auto guidata da una terza persona prima che chiunque potesse intervenire.
L’aggredito, un pescatore da poco rientrato da una battuta di pesca, era costretto a ricorrere alle cure del personale sanitario del 118, nel frattempo fatto intervenire sul posto. La vittima, unitamente a un fratello, anche lui componente dell’equipaggio del peschereccio, veniva invitata presso gli uffici della Squadra Mobile vibonese per chiarire i fatti poco prima accaduti; in tale circostanza l’uomo denunciava l’aggressione subìta, aggiungendo che la spedizione punitiva era dovuta alla pretesa da parte degli aggressori di ottenere parte del pescato “sotto forma di omaggio”, e che tale richiesta veniva puntualmente avanzata tutte le volte che si rientrava dalle battute di pesca. I pescatori in argomento, che in diverse occasioni, pur di restare tranquilli, avevano acconsentito alle richieste, nella circostanza in parola erano stati aggrediti per avere consegnato un quantitativo di tonno pescato inferiore a quello preteso.
L’attività di indagine ha richiesto particolare impegno nella ricostruzione dei fatti e nell’individuazione dei responsabili, avvenuta, principalmente, tramite attività tecniche, l’escussione di testi e la disamina delle immagini videoregistrate dai sistemi di videosorveglianza all’interno del porto di Vibo Marina.
Sono in corso ulteriori indagini e ricerche per assicurare alla giustizia altri pregiudicati, ritenuti coinvolti nell’episodio delittuoso.