Fondamentali le intercettazioni della banda e l'utilizzo di un vocabolario della lingua sinti delle Venezie
Nelle prime ore di questa mattina la Squadra Mobile scaligera ha proceduto alla cattura dei responsabili di una lunga serie di furti. Si tratta, secondo quanto riportato nell'ordinanza del GIP, di una vera e propria associazione a delinquere, composta quasi esclusivamente da uomini e donne, fra i 20 e 50 anni, nati in Italia ma di etnia sinti, residenti in uno dei campi nomadi cittadini e facenti parte quasi tutti del medesimo nucleo famigliare.
I colpi messi in atto risalivano fino al 2012, oltre 23 in meno di due anni quelli accertati. Prese di mira erano quasi sempre le auto in sosta, in grandi parcheggi o anche per soli mochi minuti ai lati della strada.
Il modus operandi più utilizzato consisteva nel distrarre il proprietario, con le scuse più varie, mentre un complice si introduceva repentinamente nell'abitacolo per arraffare tutto quello che trovava. E non colpivano a caso i ladri. Diversi colpi, infatti, sono stati messi a segno a discapito di fotografi professionisti, in città per seguire un evento sportivo come le partite di calcio o i rally, ai quali sono state sottratte le preziose attrezzature.
La refurtiva preferita dai ladri era materiale tecnologico facilmente piazzabile sul mercato tramite un ricettatore di fiducia, l'unico non sinti della banda, un 59enne moldavo. Nelle intercettazioni operate dalla Squadra Mobile, che da tempo indagava sulla banda di ladri, molti sono infatti i passaggi nei quali si assiste a vere e proprie contrattazioni tra esecutori del furto e ricettatore per fissare il prezzo del bottino: fotocamere, notebook, i-pad, i-phone, pc, tablet ed anche capi d'abbigliamento di valore. Credevano di essere scaltri, i componenti della banda, al telefono parlando quasi sempre nella loro - ai più - incomprensibile lingua sinti.
Non sapevano però che i poliziotti della Squadra Mobile si erano ben attrezzati e grazie ad un raro vocabolario della lingua sinti delle Venezie, pubblicato anni addietro, sono stati in grado di comprendere la gran parte delle loro comunicazioni, riuscendo così a raccogliere il materiale necessario per poter incriminare tutta la banda. Molteplici i capi d'accusa: associazione per delinquere, furto pluriaggravato, sostituzione di persona, ricettazione, danneggiamento.
Così stamattina, alle prime luci dell'alba, la Squadra Mobile ha dato esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare in carcere per 7 dei componenti della banda, mentre altri 3, per via della giovane età o della recente maternità, sono finiti ai domiciliari.