A gestire lo sfruttamento della prostituzione madre e filgio di nazionalità columbiana
Si sono svolte oggi, di prima mattina, una serie di perquisizioni disposte dalla Procura di Verona, relative ad un'indagine su un'attività di sfruttamento della prostituzione avviata nell'aprile 2013 dalla Squadra Mobile di Verona - Sezione Antiprostituzione.
E così, quando non erano ancora le otto, i poliziotti della Squadra Mobile, unitamente a personale del Comando della Polizia Locale di Legnago (VR), hanno proceduto alla perquisizione di una 44enne colombiana, rintracciata in un appartamento a Legnago, già noto alle Forze dell'Ordine per il frequente e sospetto via vai di uomini a tutte le ore del giorno e della notte.
La donna è stata trovata in possesso di un telefono cellulare corrispondete ad un'utenza a lei intestata ed usata per numerosi annunci on line con i quali venivano pubblicizzate le prestazioni sessuali a pagamento.
Dopo la donna, gli Agenti sono passati a setacciare l'appartamento usato per gestire l'attività di sfruttamento della prostituzione, trovandovi tutti gli "attrezzi del mestiere", veri e propri tariffari delle varie prestazioni, un registro di quelle elargite, una guida dei recapiti della clientela nonché diverse ricevute riconducibili a movimenti bancari.
Alla luce di questi ultimi accertamenti rimangono indagati sia la colombiana perquisita che il figlio 23enne, anch'egli coinvolto nel reato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, attività svolta gestendo le prestazioni di 5 altre "professioniste", tutte colombiane tra i 35 e 40 anni.
L'accertamento di alcuni episodi dell'indagine sono stati svolti grazie anche alla fattiva collaborazione del personale del già citato Comando di Polizia Locale, che ha avvalorato con i propri riscontri l'attività di prostituzione nelle diverse fasce orarie.