Il blitz è scattato nel pomeriggio di ieri ed ha visto l'identificazione di 16 ragazze cinesi
Se il trend del fenomeno dello sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione non decresce, altrettanto non si ferma l'azione di contrasto della Polizia di Stato. Infatti, sono già 21 i centri fino ad oggi chiusi dai poliziotti della Squadra Mobile scaligera sul territorio di Verona e provincia (17 di questi solo nel 2013).
Gli ultimi 4 sono avvenuti nella giornata di ieri e sono situati due in provincia, precisamente a San Giovanni Lupatoto e Villafranca, altri due invece a Verona; i relativi titolari, tutti di nazionalità cinese, regolarmente soggiornanti in Italia, sono stati denunciati a piede libero con l'accusa di "favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione".
Durante il blitz gli investigatori della Squadra Mobile, accompagnati dai colleghi della Polizia Scientifica, hanno identificato 16 ragazze, anch'esse di nazionalità cinese, di età compresa tra i 20 ed i 30 anni, in possesso di regolare permesso di soggiorno, le quali prostituendosi procuravano i relativi guadagni direttamente ai gestori di ciascun centro dove lavoravano.
Le indagini che hanno preceduto il blitz sono il frutto di un'attenta attività di monitoraggio, caratterizzate dall'analisi degli annunci pubblicitari presenti sui vari siti internet, dai serrati controlli e servizi di osservazione e dall'escussione a verbale dei clienti.
Circostanze tutte queste che hanno consentito di appurare come le prestazioni offerte dalle ragazze cinesi fossero in prevalenza a carattere sessuale, ovvero non consistenti in massaggi e che avvenivano dietro compensi in denaro consegnato direttamente nelle tasche dei rispettivi titolari dei centri.
Infatti, sebbene l'insegna dei centri indicasse la presenza del centro massaggi, in verità i massaggi erano solo una parte del pacchetto dal momento che in ciascuno di essi le ragazze cinesi offrivano il loro corpo ai clienti che li frequentavano per prestazioni a "luci rosse" e dietro corrispettivo in denaro, a vantaggio dei gestori che ne incassavano le somme, avvalorando così l'attività di sfruttamento e di favoreggiamento della prostituzione.