I poliziotti delle Volanti lo rintracciano a casa dove confessa il proprio gesto
Un muratore rumeno 24enne, incensurato, si trova in carcere con la pesante accusa di "tentato omicidio" ai danni di un connazionale 33enne che si trova tuttora ricoverato, con prognosi riservata, presso l'Ospedale Civile Maggiore di Verona.
Ad arrestarlo sono stati i poliziotti delle Volanti della Questura scaligera, misura che nella tarda mattinata di oggi è stata convalidata dall'Autorità Giudiziaria la quale, nel contempo, ha altresì disposto la custodia cautelare in carcere dell'aggressore.
Quanto ai fatti essi risalgono alle serata di venerdì scorso; teatro della vicenda il quartiere Stadio dove, per motivi tuttora sconosciuti, i due connazionali si sono azzuffati e ad avere la peggio è stato il rumeno 33enne, attinto da sei fendenti, provocati sicuramente da un oggetto appuntito e che, a dire dell'aggressore, tratterebbesi di un chiodo, arnese del quale, però, l'uomo non è stato in grado di indicare il luogo dove l'ha abbandonato.
A chiamare la Polizia alcuni passanti che hanno assistito alle fasi della violenta lite e grazie ai quali la Polizia, seppure in presenza di una targa parziale, è riuscita a risalire dapprima all'autovettura utilizzata dall'aggressore per dileguarsi, dopo aver lasciato a terra la vittima e, quindi alla sua identità ed abitazione.
Ulteriore particolare che ha permesso di inchiodare il rumeno arrestato è che l'auto in questione presentava un vetro in frantumi; circostanza descritta e che ha avuto immediato riscontro.
Grazie a tutti gli indizi e testimonianze rapidamente raccolte dai poliziotti l'uomo è stato dagli stessi agenti raggiunto a casa dove ha ammesso le proprie responsabilità, tant'è che il Procuratore della Repubblica di turno Ottaviani, stante la gravità della situazione, ha interrogato l'uomo negli Uffici della Questura, alla presenza del difensore di fiducia, cristallizzandone la confessione.