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Donna violentata da vicino di casa. Denunciato alla Polizia ora è in carcere

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balcone

Si era introdotto nell'abitazione della vittima salendo dal balcone

A far scattare le manette ai polsi di un italiano di anni 36, sposato e con due figli minori, accusato di "violenza sessuale" e per questo colpito da ordinanza di misura cautelare in carcere, sono stati i poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Verona, gli stessi poliziotti - investigatori che hanno accolto la malcapitata vittima, una donna di 40enne, coniugata, verbalizzando l'accaduto in denuncia ed informandone l'A.G. .

La traduzione in carcere del violentatore risale alla giornata di venerdì 27 u.s., mentre i fatti contestatigli a circa 10 giorni prima dell'esecuzione della misura.

In quella circostanza, l'uomo, approfittando dell'assenza della propria moglie e dei suoi due figli, via per qualche giorno, faceva ingresso all'interno dell'appartamento della condomina abitante al piano superiore facendone ingresso dal balcone, ovvero, dopo essersi da questo arrampicato e quindi salito.

Egli, verosimilmente ubriaco, una volta all'interno dell'abitazione della donna spingeva la stessa con forza contro il divano, costringendola con violenza a subire atti sessuali, consistenti in baci in bocca, forzosi palpeggiamenti in diverse parti del corpo, soprattutto sui seni e i glutei, accompagnati da frasi ingiuriose ed offensive che l'uomo le urlava in faccia per intimorirla.

Sono stati momenti di terrore e senza fine per la donna la quale era consapevole del fatto che, purtroppo, suo marito sarebbe tornato tardi; circostanza questa ben nota anche all'intruso violentatore che aveva visto il coniuge della donna impegnato al lavoro. A tale riguardo non è esclusa la premeditazione del fatto delittuoso.

La vittima, sconvolta e quasi incapace perfino di urlare per invocare aiuto, tuttavia, raccoglieva le proprie forze e quindi riusciva a spingere l'uomo verso la porta, frangenti in cui il predetto continuava, comunque, a stringerla con violenza e a palparle le parti intime.

Ciò nonostante ed in considerazione che il violentatore ubriaco non era nel pieno delle proprie capacità fisiche, la donna riusciva a metterlo alla porta, per poi barricarsi dentro casa, chiudendo porte, finestre e tapparelle, nel timore che lo stesso potesse nuovamente tornare su dal balcone sottostante. Contemporaneamente chiamava al cellulare dapprima il marito e poi una sua amica, quest'ultima, telefonicamente, la confortava e le manteneva compagnia in attesa dell'arrivo del coniuge.

Presentatasi negli Uffici della Questura, tra l'assistenza delle poliziotte della "Sezione specializzata Reati contro la persona" ed il conforto delle persone con cui si trovava, la donna formalizzava la denuncia per la violenza sessuale subita.

Il marito, seppure sconvolto e accecato dalla rabbia, veniva persuaso dai poliziotti nel desistere dall'intento di farsi giustizia da solo, essendo il violentatore un vicino di casa e quindi facilmente rintracciabile, decidendo così di affidarsi all'operato dei poliziotti e dell'Autorità Giudiziaria.


30/07/2012

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