Avevano commesso un furto in una ditta di San Stino di Livenza in provincia di Venezia
Durante la nottata del 9 maggio una banda composta da cinque romeni si introduceva in una ditta di San Stino di Livenza (VE) ed asportava un Fiat
Ducato non prima di averlo stipato di refurtiva razziata presso la stessa ditta. La merce era costituita da un ingente quantitativo di attrezzature
industriali, utensili da lavoro, un televisore a schermo piatto, una fotocamera, una cisterna di gasolio con 300 litri, un telefono iPhone, uno
scatolone pieno di indumenti e svariati generi alimentari.
Nel corso del furto era però scattato l'allarme che permetteva ai Carabinieri di Sacile di accorrere e catturare tre dei cinque malfattori,
mentre i rimanenti due membri riuscivano ad allontanarsi a bordo del Ducato carico di refurtiva in direzione dell'autostrada.
La Sala operativa regionale della Polstrada di Padova diramava le ricerche e tre pattuglie della Sottosezione di Verona Sud si ramificavano in A4
attendendo il possibile passaggio del veicolo segnalato. Infatti, alle ore 5.40, il costante coordinamento con i Carabinieri di Sacile permetteva
d'intercettare il Ducato in zona Colognola ai Colli. I due occupanti, vistisi braccati, abbandonavano il furgone in piazzola di sosta e dopo aver
scavalcato la recinzione metallica fuggivano nella limitrofa campagna favoriti dall'oscurità e dalla vegetazione. Giunte in zona altre
pattuglie si attuava un coordinato e capillare controllo delle vie di comunicazione limitrofe all'autostrada nonché dei fondi agricoli
adiacenti.
Nel volgere di qualche decina di minuti, nella vicina località Vago di Lavagno lungo la "Porcilana", gli agenti notavano due persone che
alla loro vista si davano a precipitosa fuga, attraversando la carreggiata in piena curva incuranti delle autovetture che rischiavano di
travolgerli. In rapida successione gli agenti li incalzavano e raggiungevano ma ne nasceva una violenta collutazione che procurava ad un poliziotto
delle ferite poi giudicate guaribili in gg. 7 s.c.
La prontezza degli agenti consentiva però di arrestare entrambi i fuggitivi con l'accusa di furto aggravato, resistenza e violenza a
pubblico ufficiale e lesioni personali.
Come disposto dal Sostituto Procuratore di turno, i due romeni, entrambi senza fissa dimora, venivano associati al carcere di Montorio a
disposizione dell'Autorità Giudiziaria.