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Sgominata associazione per delinquere dedita ai furti in abitazione

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11 le cusotide cautelari in carcere e 13 le persone deferite in stato di libertà

I poliziotti della Squadra Mobile di Verona - Sezione Reati contro il patrimonio, ha sgominato l'associazione per delinquere dei Sinti, dedita alla perpetrazione di furti in abitazione.

Sono 24 le persone identificate di cui 11 destinatarie di ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguite questa mattina, mentre 13 quelle denunciate in stato di libertà.

L'indagine, avviata nel febbraio del 2010, ha interessato i Sinti residenti nella provincia di Verona, sodalizio criminoso resosi responsabile di numerosissimi furti in abitazione, perpetrati anche in varie provincie limitrofe a Verona, come Padova, Rovigo Vicenza, Mantova e Venezia.

Durante il periodo delle indagini sono stati individuati ben 25 furti commessi in abitazioni, ma, considerando i ritmi della loro attività delittuosa, non ci sono dubbi sul fatto che si possa trattare di una banda che riusciva a compiere centinaia di furti nel giro di pochi mesi.

I Sinti monitorati si dimostravano particolarmente abili nel cercare di eludere le indagini a loro carico, sostituendo frequentemente le auto in loro uso, cambiando le utenze telefoniche e utilizzando, nelle conversazioni, la loro lingua per non essere compresi da eventuali ascoltatori.

Sempre nel corso delle indagini si riusciva a identificare anche uno dei principali ricettatori, un cittadino italiano che e' stato denunciato a piede libero e la cui gioielleria di Verona è stata perquisita nel corso di questa mattina.

Dell'organizzazione fanno parte anche alcune donne che hanno partecipato attivamente ai furti che in alcuni casi, proprio grazie al loro operato, si sono trasformati, a tutti gli effetti, in odiose truffe agli anziani.

Tutti gli indizi e prove di reità raccolti a loro carico sono stati oggetto di un rapporto alla locale Autorità Giudiziaria, determinando da parte del P.M. Labate, della Procura di Verona, la richiesta e l'ottenimento dal Gip del locale Tribunale Scotto di Luzio, l'emissione delle suddette ordinanze.

A nulla è valso il linguaggio in codice Sinti per eludere le indagini dalle quali è emerso che - i soldi venivano etichettati con la parola "love" (termine da cui prende nome l'operazione di Polizia) e - l'oro con la parola "sunacai"

L'operazione, caratterizzata da altrettante perquisizioni, anche presso i campi nomadi, ha visto lo spiegamento di 80 uomini della Questura di Verona, con la fattiva e preziosa collaborazione anche delle Squadre Mobili di Padova e Treviso e del Reparto Prevenzione Crimine del Veneto.


27/03/2012

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