La vittima aveva più volte denunciato alla Polizia l'uomo che la molestava
Nell'ambito dei costanti e frequenti servizi che la Squadra Mobile di Verona attua al fine di prevenire e reprimere comportamenti riconducibili
allo "stalking", gli agenti hanno riscontrato positivamente le numerose denunce dalla parte offesa, una veronese di 38 anni, delineando il modus
operandi vessatorio e persecutorio dell'indagato, un foggiano 36enne residente a Verona, collega di lavoro della vittima, il quale, non
rassegnandosi alla fine della relazione sentimentale, ha continuato a perseguitarla.
L'attività d'indagine, svolta in tempi molto brevi in stretta collaborazione con il Pubblico Ministero, ha permesso di raccogliere
incontrovertibili elementi probatori tanto che, nell'aprile 2011, il GIP presso il Tribunale di Verona, aveva già disposto la misura
cautelare del divieto di avvicinamento alla donna.
Nei mesi successivi, nonostante l'applicazione della misura, l'uomo ha contravvenuto alle prescrizioni imposte, facendosi trovare in luoghi a lui
vietati, schernendo provocatoriamente la parte offesa tanto che l'Autorità Giudiziaria il 19 agosto scorso aveva sostituito la misura
cautelare del divieto di avvicinamento con quella più restrittiva degli arresti domiciliari.
Tra gli episodi di stalking si segnala tra gli altri, il fatto che la donna ha ricevuto, per qualche mese, reiterate telefonate da parte di uomini
che asserivano di avere rinvenuto il suo numero, abbinato a scritte oscene, nei bagni di stazioni e convogli ferroviari nonché di centri
commerciali del capoluogo, scritte oscene nelle quali la parte offesa riconosceva senza ombra di dubbio la grafia dell'indagato.
Il personale specializzato della Squadra Mobile non abbandona mai la vittima di atti persecutori, ma lasciando i propri recapiti e ogni tipo di
riferimento, continua a seguirla, proprio per verificare che la misura eventualmente adottata sia sufficiente a garantire la sua
tranquillità e la ripresa delle sue normali abitudini di vita.