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Sicurezza in stazione: trovato dalla Polizia di Stato il sesto indagato che si era reso latitante

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Sicurezza in stazione: trovato dalla Polizia di Stato il sesto indagato che si era reso latitante

È stato intercettato dalla Polizia di Stato nel pomeriggio di venerdì l’ultimo dei sei indagati per i reati – commessi in concorso tra loro – di tortura, rapina aggravata, lesioni personali aggravate e deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso: anch’egli, insieme agli altri cinque connazionali intercettati lo scorso 4 giugno, era stato sottoposto a fermo del pubblico ministero, ma si era reso irreperibile probabilmente dopo aver avuto notizia di quanto accaduto al resto del gruppo.

L’operazione era scattata dopo accurate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica e condotte della Squadra Mobile con la collaborazione del personale della sezione di p.g. del Compartimento Polizia Ferroviaria per Verona e il Trentino Alto Adige dopo la spedizione punitiva organizzata lo scorso 28 maggio da un gruppo di sei uomini ai danni di un ventiseienne, loro connazionale, che dieci giorni prima aveva cercato di trarre in salvo, senza riuscirci, uno dei due uomini finiti nel canale Camuzzoni, rendendo poi testimonianza alla polizia di quanto accaduto.

A seguito di un attento monitoraggio delle celle agganciate dal suo cellulare e dei luoghi da lui maggiormente frequentati secondo quanto emerso dalle banche dati, gli agenti della Squadra Mobile sono riusciti ad individuare l’abitazione e l’auto di un suo connazionale che, secondo quando ricostruito dagli investigatori, lo stava probabilmente aiutando a nascondersi offrendogli ospitalità.

Dopo averlo pedinato per tutto il pomeriggio di venerdì, i poliziotti lo hanno intercettato presso lo scalo ferroviario di Stradone Santa Lucia proprio mentre scendeva dal veicolo oggetto di monitoraggio: al momento del fermo, aveva in tasca circa 1500 euro in contanti, un coltello e due cellulari probabile provento di ricettazione. Il ventitreenne marocchino è ora in carcere insieme agli altri cinque connazionali.

Massimo rigore anche sul piano amministrativo: proprio una settimana prima, infatti, gli agenti della Divisione Polizia Amministrativa e Sociale e dell’Immigrazione hanno sottoposto a controllo uno degli esercizi pubblici in cui si era sviluppata, lo scorso 4 giugno, la ricerca degli indagati. All’interno della struttura, nonostante apparisse chiusa, era stata rilevata la presenza di una serie di persone – peraltro non segnalate dal gestore tramite il “Servizio Alloggiati” – alcune delle quali, peraltro, erano riuscite a fuggire attraverso il tetto.

Dagli accertamenti amministrativi condotti dai poliziotti è emerso che la titolare dell’attività, oltre a non aver mai richiesto le credenziali necessarie per l’inserimento degli alloggiati nell’apposito portale, avesse gestito la struttura in assenza della segnalazione certificata di inizio attività (c.d. S.C.I.A.) e della classificazione da parte della Regione: fatti per i quali è stata sanzionata amministrativamente è segnalata al Comune per le determinazioni di competenza sulla cessazione dell’attività.

 


25/06/2024

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