Si è conclusa il 2 maggio scorso l’operazione della Squadra Mobile che aveva portato all’esecuzione nei confronti di 5 ragazzi di altrettante misure cautelari all’esito delle indagini effettuate dai poliziotti veronesi sulle attività illecite poste in essere negli ultimi due anni dalla cosiddetta babygang denominata “QBR”.
Ieri, il Questore della Provincia di Verona ha emesso due avvisi orali nei confronti di un diciottenne e di un diciannovenne destinatari della predetta ordinanza. Al primo, lo scorso 23 aprile – quando era ancora minorenne – era stato già applicato il provvedimento di divieto di accesso ai pubblici esercizi (presenti nell’area antistante la stazione ferroviaria di Porta Nuova) dopo essere stato denunciato per aver aggredito con un coltello un coetaneo nei pressi di Piazzale XXV Aprile.
Per la Polizia di Stato veronese l’obiettivo da perseguire è quello della prevenzione, favorendo innanzitutto il dialogo con i giovani – affinché comprendano le conseguenze che possono derivare dalle loro azioni – ma anche con i genitori, perché facciano un’opera di sensibilizzazione nei confronti dei propri figli. Al contempo, occorre aver rigore quando ci sono i presupposti.
“Il sistema della prevenzione dei reati in Italia vede il suo fulcro intorno alla figura del Questore, in qualità di Autorità Provinciale di pubblica sicurezza” – afferma il dott. Giuseppe Annicchiarico, Dirigente della Divisione Anticrimine della Questura di Verona” – “che, per guidare lungo la strada giusta coloro che si affacciano ad una realtà di illeciti, può graduare il suo potere di intervento attraverso l’applicazione di diversi ed incisivi divieti sui giovani”.
Tra questi si annoverano i c.d. D.AC.UR. (Divieti di ACcesso aree Urbane), che limitano l’accesso e la frequentazione di determinate zone cittadine (stazioni, piazze, giardini e altri luoghi di ritrovo); i c.d. D.A.P.E. (Divieti di accesso e di frequentazione di determinati esercizi pubblici, es. discoteche, bar, sale da gioco e da ballo, ristoranti, pizzerie); l’avviso orale – che è l’anticamera della più incisiva e limitativa sorveglianza speciale di pubblica sicurezza che, oltre ad interdire l’accesso a determinati luoghi, impedisce di uscire di casa dalle dieci di sera alle sette del mattino; infine, i diversi ammonimenti per violenza di genere, che possono persino comportare la sospensione della patente di guida (mentre l’avviso orale e la sorveglianza speciale perfino la revoca).
Alcuni di questi provvedimenti limitativi (D.AC.U.R., D.A.P.E. e ammonimento) sono applicabili anche nei confronti di chi, pur non essendo maggiorenne, abbia compiuto i 14 anni di età: ciò proprio al fine di consentire un percorso di reinserimento dei giovani all’interno della comunità.
Questo sistema se, da un lato, si fonda su condotte e fatti illeciti commessi dal destinatario, dall’altro lato consente al Questore di apprezzare e valutare – con un margine di discrezionalità tecnica riservata proprio all’Autorità di P.S. – l’inclinazione a ripetere condotte connotate da disvalore sociale.