“Se rivuoi lo scooter che ti hanno rubato, vieni alle 23.15 davanti l’ingresso della Fiera e dacci 300 euro”.
È con queste parole che venerdì sera, intorno alle 20.45 un giovane è stato contattato telefonicamente da due malviventi, che gli hanno chiesto il pagamento della somma di denaro in cambio della restituzione del motociclo di cui il giovane aveva denunciato il furto lo scorso 1 maggio.
In gergo questa tecnica è denominata “Cavallo di ritorno” e si tratta di una forma di estorsione consistente nella richiesta del pagamento di un “riscatto” rivolta a chi ha subito un furto, per ottenere la restituzione del bene rubato.
I malviventi – un 26enne e un 28enne – non avevano però previsto che a quell’appuntamento fissato per la consegna del denaro, il malcapitato non si sarebbe presentato da solo. Ad attenderli, infatti, erano presenti anche gli agenti delle Volanti della Questura di Verona - allertati dalla vittima - che hanno arrestato i due per tentata estorsione aggravata in concorso.
Oltre alle chiavi del motociclo, i due malviventi sono stati trovati in possesso anche del telefono cellulare utilizzato per contattare la vittima. Il motociclo rubato, invece, è stato ritrovato in via Scopoli, poco lontano dal luogo dell’appuntamento.
Al termine degli accertamenti, il motociclo è stato restituito al proprietario e i due malviventi sono stati condotti presso la Casa Circondariale di Verona Montorio dove hanno atteso l’udienza di convalida.
Questa mattina, il giudice, dopo la convalida dell’arresto, ha disposto nei confronti di entrambi la misura dell’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria.