È stato intercettato dai poliziotti delle Volanti nei pressi del parcheggio ATM di via città di Nimes, mentre ancora teneva tra le mani il cellulare e i soldi della donna che, poco prima, aveva molestato e rapinato. E quando ha visto gli agenti ed ha capito di essere stato colto in flagranza di reato, il trentaseienne originario del Ghana finito in manette ieri, ha tentato di disfarsi dei beni appena rubati.
È successo in tarda serata, intorno alle 23.45. Quando i poliziotti – allertati dal fidanzato della vittima che, a sua volta, era stato aggredito – hanno raggiunto via città di Nimes, hanno sentito le urla della ragazza che, in lacrime, implorava il cittadino nordafricano di restituirle il proprio telefono.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti, la giovane di ventuno anni stava rincasando insieme al compagno quando, nei pressi della fermata degli autobus, sarebbe stata avvicinata dal trentaseienne. Questo, approfittando dell’assenza del fidanzato della ragazza che si era momentaneamente allontanato per acquistare un pacchetto di sigarette, l’avrebbe avvicinata e, dopo aver fatto apprezzamenti espliciti e sconvenienti nei suoi confronti, avrebbe iniziato a palpeggiarla con prepotenza. Di fronte ai ripetuti tentativi della ragazza di divincolarsi, il cittadino straniero si sarebbe irritato e, minacciandola, le avrebbe intimato di consegnargli il cellulare e il denaro.
Non contento, dopo essere riuscito ad impossessarsi del contenuto della borsa, l’uomo ha inseguito la ragazza – che terrorizzata ha tentato di fuggire – e l’ha colpita con calci e pugni con il pretesto di avere ancora denaro. Nello stesso frangente, il fidanzato, accortosi dell’aggressione, è accorso a difesa della fidanza e, malmenato a sua volta, ha contattato la polizia.
L’uomo, arrestato per i reati di violenza sessuale, rapina aggravata e lesioni personali, dopo essere stato sottoposto, negli gli uffici di Lungadige Galtarossa, agli accertamenti necessari, è stato accompagnato, su disposizione del Pubblico Ministero, dott. Gennaro Ottaviano, presso la casa circondariale di Montorio, in attesa della convalida da parte del G.I.P..