Cambiava sempre luoghi e orari dello spaccio, sembrava impossibile beccarlo durante la cessione di dosi. E invece la Squadra Mobile è riuscita ad arrestarlo.
Da tempo infatti gli uomini della Sezione per il contrasto al crimine diffuso erano sulle tracce di questo spacciatore, marocchino, pregiudicato e nullafacente. Che, grazie ad una serie di cautele, rimanendo in ombra e mantenendo un profilo basso, tanto da evitare di spacciare nei soliti luoghi visibili, era riuscito a crearsi una fitta rete di assuntori-acquirenti fidelizzata, nella zona di Santa Lucia e Golosine.
Per non destare sospetti il pusher cambiava continuamente i luoghi di incontro con i suoi clienti, convenendo appuntamenti in fasce orarie ed in località sempre diverse. Gli investigatori hanno dovuto fare ricorso a uno stratagemma per fare improvvisamente irruzione ieri mattina nella sua abitazione di Salita Santa Lucia nei pressi della quale si sono appostati per diverse ore per sorprendere il marocchino all’atto di uscire di casa e dove sono stati rinvenuti oltre 300 grammi di cocaina, comprese 25 dosi già confezionate, e la somma contante di 2800 euro, chiaramente provento dell’attività di spaccio.
R. A., classe 1966, è un personaggio noto alle forze dell’ordine, per essere stato arrestato in passato sempre per spaccio. Tuttavia, l’ultima volta in cui è finito in carcere risale a 15 anni fa, era il 2006, motivo per il quale nell’ambiente degli spacciatori era ritenuto un “imprendibile”.
Il cinquantacinquenne è stato portato in carcere a Montorio su disposizione del Pubblico Ministero dr.ssa Valeria Ardito in attesa della convalida.
Il suo arresto, condotto d’iniziativa dalla Squadra Mobile nella flagranza del reato, si inquadra - spiega il dirigente Massimo Sacco - «nella incessante attività di contrasto del fenomeno dello spaccio di stupefacenti che viene attivamente svolta dalla Squadra Mobile al fine di sradicare la diffusa rete di spacciatori, quasi tutti di nazionalità straniera, presente a Verona».