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Un lungo percorso di traguardi e nuove prospettive: La Polizia di Stato si racconta a 40 anni dalla Legge 121, promulgata il 1 aprile del 1981

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Un lungo percorso di traguardi e nuove prospettive: La Polizia di Stato si racconta a 40 anni dalla Legge 121, promulgata il 1 aprile del 1981

 

Trasformazione e innovazione. Questi i punti salienti di un’importante ricorrenza: i 40 anni dalla promulgazione della Legge 121 del 1981, che determinò la trasformazione del Corpo delle guardie di pubblica sicurezza nella Polizia di Stato. Nasceva allora una polizia moderna, “smilitarizzata” e caratterizzata da una forte identità civile, votata al servizio della comunità. Una legge divenuta nel tempo un caposaldo fondamentale della nostra società e ancora oggi straordinariamente attuale: la 121 ha, infatti, affidato all’Istituzione una missione non solamente volta a presidio della sicurezza del Paese, «bensì proiettata verso la cura dell’ordine democratico e che concorre a rendere vera la libertà di esercizio dei diritti garantiti dalla Costituzione». Questo il commento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella prefazione del libro “La riforma dell’Amministrazione della pubblica sicurezza”, curato, in collaborazione con l’Ufficio relazioni esterne e cerimoniale, da Carlo Mosca, consigliere di stato, prefetto e tra i principali ideatori della riforma.

L’autore, scomparso martedì all’età di 76 anni, descrive il nuovo assetto dell’Amministrazione, resa più moderna e dinamica, proiettata verso il futuro e capace di affrontare nuove sfide con efficaci strategie. Smilitarizzazione, sindacalizzazione, parificazione del ruolo delle donne, creazione del ruolo degli ispettori con mansioni investigative, introduzione dei ruoli tecnici e sanitari, coordinamento tecnico-operativo delle forze di polizia. Tutte istanze di democratizzazione che, accolte dalla riforma, hanno contribuito a ridisegnare il volto della Polizia di Stato: un corpo – ha precisato Mattarella nella prefazione del libro – oggi riconosciuto dai cittadini «come amico, accessibile e aperto», come «elemento di coesione» dotato di «una “empatia democratica” guadagnata sul campo anche nei giorni durissimi di questo annus horribilis appena trascorso».

È soprattutto questo “cambiamento” il punto cardine su cui si concentra la prima parte del libro: «Il rinnovamento e il rinascimento culturale – spiega Mosca – hanno accreditato una nuova teoria, quella della sicurezza condivisa e partecipata, che ha rideterminato il rapporto tra comunità e forze di polizia, le quali si avvalgono della collaborazione attiva della cittadinanza, come efficace strumento di prevenzione dei reati». Per i poliziotti il servizio rappresenta il dovere professionale e morale «da adempiere con disciplina e onore», si concretizza nell’assidua presenza tra la gente, nell’assunzione del «ruolo di sentinella istituzionale» con il compito di «sorvegliare il sereno andamento della vita di tutti i giorni». Ma la missione a loro affidata non si esaurisce in un compito meramente securitario; ed è proprio questa la visione illuminata dei promotori della Legge: incoraggiare una polizia di prossimità, coinvolgendo tutte le forze dislocate sul territorio, garantendo ad ogni cittadino non solo la sicurezza mediante attività di prevenzione e di repressione, ma anche, come conclude Mosca, «acquisendo migliori servizi sociali, elaborando progetti di lavoro e sviluppo economico, programmando interventi a favore delle vittime di violenza di ogni tipo, risanando il degrado urbano e contenendo le aree di emarginazione». In questo modo la Polizia è in grado di collocare i cittadini al centro della sua vera missione istituzionale, assicurandole i diritti civili e sociali. L’impegno dei poliziotti nei territori in cui operano, l’empatia, l’umanità e il dialogo con altri Enti sono il segno di un prezioso cammino di impegno e crescita attraverso gli anni.

Questo prezioso percorso di innovazione è stato abilmente raccontato da Mosca nei 12 capitoli del libro, ognuno dei quali è arricchito dal contributo di illustri personalità, delle istituzioni e non solo. Tra queste, Franco Gabrielli, che ha ricevuto l’incarico di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai servizi di sicurezza della Repubblica, il quale ha sottolineato la complessità del lungo iter parlamentare che portò alla riforma che «tocca i gangli vitali di una democrazia».

Il volume, nelle sue 181 pagine, raccoglie numerose immagini, anche storiche, che ricordano il passaggio da amministrazione militare di polizia ad amministrazione civile di garanzia, illuminata dallo spirito e dal dettato della Costituzione Repubblicana, al servizio dei cittadini e delle Istituzioni democratiche del Paese.

 


01/04/2021

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