Grazie alla segnalazione di un cittadino, le Volanti della Polizia di Stato hanno sequestrato due grandi sacchi di strumenti che rappresentano un vero e proprio “kit del truffatore agli anziani”.
L’odioso fenomeno delle truffe alle persone anziane si sta palesando in maniera preoccupante sul territorio veronese.
Numerosi sono stati, infatti, gli interventi delle Volanti, otto solo negli ultimi dieci giorni, purtroppo tardivi perché richiesti solo quando viene compresa l’avvenuta truffa.
È proprio questo, infatti, il meccanismo becero che, nella stragrande maggioranza dei casi, mette le vittime in condizione di non rendersi conto di avere a che fare con truffatori e non con benefattori, Forze dell’Ordine o erogatori di servizi.
Questo ritardo nell’acquisizione della consapevolezza della truffa ed il conseguente intervento tardivo della Polizia rende complicate le indagini per un reato gravissimo, peraltro recentemente aggravato nell’ambito delle misure di rigore adottate dal Governo.
Numerose sono le tecniche:
- quella maggiormente utilizzata fa leva sui legami sentimentali più stretti e parte dalla chiamata di un presunto ufficiale o sottoufficiale delle Forze dell’Ordine che comunica al genitore anziano che il figlio o la figlia ha subito un incidente, chiedendo alla vittima di versare una somma di denaro per risarcire il danno a titolo di oblazione evitando l’arresto; a questa, spesso, segue una seconda chiamata di un presunto avvocato che descrive alla persona anziana le modalità di consegna dell’importo;
- un’altra tecnica diffusa è quella messa in atto da una coppia – costituita da un uomo e una donna – che avvicinerebbe la vittima una volta rientrata presso la propria abitazione dopo aver fatto la spesa al supermercato: sovente, con la scusa di voler acquistare un immobile all’interno dello stabile e di chiedere un consiglio su come effettuare i lavori di ristrutturazione, i due truffatori riescono a convincere la persona anziana a mostrare loro la propria abitazione. A quel punto, mentre la donna la distrae visionando le varie stanze, l’uomo asporterebbe denaro e beni preziosi;
- l’altra modalità più volte riscontrata è quella messa in atto da presunti erogatori di servizi che, con la scusa di una fuga di gas e delle possibili reazioni che potrebbero essere causate dalla presenza di oggetti e monili in oro, convincerebbero la vittima a consegnarli loro per metterli al sicuro.
Queste tecniche disvelano la presenza di organizzazioni criminali di veri e propri professionisti del condizionamento psicologico – come peraltro disvelato da una recente indagine condotta dalla Polizia di Stato, che ha individuato un’organizzazione nata in Campania – che impongono comportamenti di tutela e autotutela fondamentali sia per la prevenzione che per la repressione.
Per i vicini:
- prendere consapevolezza della presenza di anziani nella porta accanto e rendersi interlocutori rassicuranti;
- annotare orari e descrizioni della presenza di persone ingiustificatamente gentili e disponibili e non conosciute;
- acquisire i dettagli di autovetture e numeri di targa anche mediante fotografie che possono essere inviate in tempo reale alla Sala Operativa della Polizia con l’app YouPOL;
- chiamare immediatamente il 113 nel caso in cui si percepisca una visita inusuale all’anziano annotando particolari e dettagli nella circostanza.
Per i familiari:
- rivolgere costanti raccomandazioni a genitori e nonni invitandoli alla prudenza anche raccontando come avvengono le truffe;
- verificare che i dati personali degli anziani non siano utilizzati per operazioni in rete o con soggetti erogatori di servizi sconosciuti;
- scoraggiare il prelievo e la conservazione in casa di danaro contante come normalmente avviene già dal ritiro della pensione;
- fornire loro apparecchi telefonici semplici memorizzando, per un facile utilizzo, i contatti dei familiari e del numero di emergenza;
- evitare conversazioni via sms, facilmente manipolabili da malintenzionati (esempio: viene inoltrato un messaggio da un numero sconosciuto con cui il truffatore – fingendosi il figlio o la figlia della vittima – comunica a quest’ultima che le sta scrivendo dal telefono di un amico in quanto il proprio si è rotto, e la invita a scriverle su whatsapp ad un altro numero), invitandoli alle comunicazioni via voce.
I rischi della commissione di questo becero reato sono attuali e fortemente impattanti per il futuro anche in relazione alla ormai inarrestabile diffusione dell’intelligenza artificiale che fornirà ulteriori strumenti ai truffatori e quindi maggiori esigenze di autotutela.