Operazione di Polizia contro l'immigrazione clandestina
Dopo due anni di articolate indagini, condotte dalla Polizia di Frontiera presso l’Aeroporto “Valerio Catullo” di Verona- Villafranca, si è conclusa un’impegnativa attività di polizia giudiziaria che ha consentito di individuare e reprimere un’associazione criminale, composta da decine di affiliati, capeggiata da una famiglia albanese, con il concorso di alcuni connazionali, che aveva pianificato, gestito e beneficiato di ingenti introiti in denaro, reinvestiti in Albania, una strutturata attività tesa a favorire l’immigrazione clandestina di cittadini albanesi prevalentemente diretti nel Regno Unito alla ricerca di un lavoro.
I dettagli dell’operazione sono stati diffusi nel corso di una conferenza stampa tenuta dal Vicequestore Aggiunto Anna Capozzo, dirigente della Polizia di Frontiera presso il menzionato scalo aereo.
Più nel dettaglio il dirigente ha spiegato come il sodalizio criminale, a seguito del pagamento di migliaia di Euro da parte dei migranti, saldando una parte all’inizio del viaggio ed una alla fine (contanti o attraverso agenzia di trasferimento di denaro:
- faceva giungere legalmente i cittadini albanesi in Italia con l’aereo, la nave e i bus, i quali, in base agli accordi internazionali, entravano in t.n. con il passaporto ordinario biometrico dell’Albania fingendosi turisti;
- ospitava i migranti in strutture compiacenti o appartamenti di conoscenti e forniva loro un telefono con sim card così da poterli sempre contattare;
- acquistava i biglietti aerei presso varie agenzie di viaggi italiane per voli, prevalentemente low cost, in partenza da scali italiani, austriaci, tedeschi e francesi e diretti nel Regno Unito e Irlanda;
- forniva ai migranti documenti contraffati o alterati, maggiormente carte di identità italiane recuperate o da furti presso gli uffici anagrafe o forniti dai titolari in modo doloso (consegnati e denunciati dopo la prevista partenza del migrante), sono stati usati anche carte di identità greche e rumene. Ovviamente i documenti italiani venivano usati all’estero (Francia, Germania, Austria, così da transitare con più facilità sia per la tipologia del documento che per la lingua del titolare) e quelli stranieri in Italia;
- accompagnava i migranti presso i vari aeroporti assistendoli sino alla partenza e rimanendo in contatto telefonico con loro sino alla destinazione;
- usava la tecnica dello swapping e, approfittando della concomitante partenza di voli per l’Albania e il Regno Unito, faceva presentare il migrante al controllo di frontiera con la carta di imbarco per l’Albania e il passaporto albanese e poi invece al gate lo stesso presentava il documento falso e la carta di imbarco per il Regno Unito.
Nella prima mattina di ieri, gli Agenti della Polizia di Frontiera di Verona hanno proceduto all’esecuzione delle Ordinanze di Custodia Cautelare in carcere (1 agli arresti domiciliari) nei confronti di nr. 9 soggetti appartenenti all’organizzazione criminale, tra cui il capo del sodalizio già note alle Forze di Polizia, nullafacente e clandestino in Italia, per i reati di “favoreggiamento all’immigrazione clandestina, associazione per delinquere, ricettazione, uso e fabbricazione di documenti falsi”; inoltre, sono state effettuate 15 perquisizioni domiciliari a carico di altrettanti soggetti consociati all’organizzazione criminale che avevano fornito il loro contributo alla realizzazione del disegno criminoso.
Nel corso delle perquisizioni venivano sequestrati 25 documenti rubati (carte di identità, patenti e passaporti), attrezzature per la falsificazione dei documenti, munizioni, computer, tablet e telefoni cellulari nonché stupefacenti ed una pistola giocattolo priva del tappo rosso.
Gli arrestati sono stati associati in diversi carceri del Nord Italia a disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Venezia.