La Polizia di Stato di Vercelli e nello specifico la Squadra di Polizia Giudiziaria della Sezione
Polizia Stradale di Vercelli, recentemente ha portato a termine un'attività d'indagine, denominata "Operazione No Limits" durata circa 2
anni, che ha messo in luce un fenomeno di sfruttamento di autisti di veicoli pesanti, posto in essere di 3 titolari di un'impresa di trasporti
avente sede legale in provincia di Torino e sede operativa in Villanova Monferrato in provincia di Alessandria, tutti indagati e poi rinviati a
giudizio per il reato di estorsione, per avere costretto gli autisti a turni di lavoro
massacranti obbligandoli ad utilizzare due fogli di registrazione del cronotachigrafo per aggirare le normative vigenti in materia
di trasporto, nonché di violenza privata e falso, per avere indotto in errore
organi della polizia stradale, mediante l'esibizione di falsi moduli di controllo delle assenze, al fine di eludere il pagamento di sanzioni
amministrative prescritte dal Codice della Strada.
L'attività investigativa è partita da una segnalazione
anonima, a seguito della quale sono stati predisposti mirati controlli stradali, che hanno portato all'identificazione di alcuni veicoli
dell'impresa, e servizi di appostamento e pedinamento, attraverso i quali è
emerso che gli autisti, dell'impresa di trasporti segnalata, svolgevano di fatto un attività di guida giornaliera di oltre 15 ore
continuative.
Nello specifico il personale operante ha effettuato accurate e minuziose indagini, accertando che
su tutto il territorio nazionale, diverse pattuglie, impiegate in servizi di vigilanza stradale, avevano elevato contravvenzioni nei confronti
dell'impresa di trasporti attenzionata per violazioni connesse al superamento dei tempi di guida giornalieri, e per l'inefficienza di dispositivi
presenti sui veicoli aziendali.
Le investigazioni sono proseguite con le acquisizioni testimoniali di undici autisti dell'impresa
di trasporti, i quali riferivano che le numeroso ore di guida erano imposte dai titolari dell'impresa dietro minaccia di un ingiusto licenziamento,
e che in alcune occasioni venivano costretti, sempre dietro minacce, alla compilazione di nr. 2 fogli di registrazione, il primo riportante i
propri dati anagrafici, il quale, al raggiungimento delle ore massime di guida consentite dal Codice della Strada, veniva sostituito con il
secondo, riportante i dati di ex autisti dell'impresa oppure di autisti in ferie.
Intanto, un ex autista dell'impresa, informato delle indagini in corso si presentava
spontaneamente presso gli uffici della Sezione Polizia Stradale di Vercelli, presentando una denuncia nei confronti degli ex datori di lavoro,
poiché dopo essersi ribellato alle massacranti condizioni lavorative imposte, veniva immediatamente licenziato.
Durante l'attività investigativa il P.M. titolare dell'indagine emetteva un decreto di
perquisizione alle sedi dell'impresa di trasporti, che veniva eseguito con l'ausilio di ispettori del lavoro e consentiva di acquisire ulteriori
elementi probatori col quale si evidenziavano, con maggior chiarezza, le disumane condizioni lavorative a cui gli autisti erano costretti a
sottostare.
Si rinvenivano inoltre, tra i vari documenti custoditi negli uffici, certificazioni di avvenuta
esecuzione dei lavori di riparazione ai veicoli in uso all'impresa, che versavano in pessime condizioni d'uso e con vari problemi all'impianto
frenante, risultate false perché compilate da uno dei titolari dell'impresa di trasporti su documentazione intestata ad una sua vecchia
officina meccanica già cessata da diversi anni.
L'attività di indagine, svolta sotto la direzione della
Procura della Repubblica di Vercelli, è stata collocata nell'ambito di una più ampia attività preventiva ed investigativa
fortemente voluta dal Servizio Polizia Stradale con lo scopo di contrastare il diffuso fenomeno del superamento dei tempi di guida giornalieri e lo
sfruttamento dell'attività lavorativa, che congiuntamente, da un lato
favoriscono le imprese di trasporto irregolari, apportando un notevole vantaggio competitivo rappresentato dalla riduzione dei costi fissi
aziendali, dall'altro comporta una mancata tutela dei conducenti, non retribuiti per il lavoro effettivamente svolto, ed un significativo aumento
del rischio di incidenti stradali.
“OPERAZIONE NO LIMITS”
21/09/2015