Giovedì scorso, all'esito di una prolungata e articolata indagine diretta inizialmente dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vercelli e successivamente, per competenza distrettuale, dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, la Polizia di Stato ha dato esecuzione a 5 misure cautelari (2 custodie cautelari in carcere, 2 arresti domiciliari e 1 obbligo di dimora nel comune di Vercelli), nei confronti di altrettanti soggetti per i quali sono stati individuati gravi indizi in ordine ai reati di violenza sessuale aggravata su minore infraquattordicenne, sfruttamento della prostituzione minorile e maltrattamenti in famiglia.
L'attività di indagine era partita nel mese di aprile 2021 quando la Squadra Mobile di Vercelli aveva avviato una serie di accertamenti nei confronti di una famiglia di etnia ROM residente nel centro cittadino di Vercelli poiché i genitori erano sospettati di far prostituire la figlia, una ragazzina tredicenne.
Già dalle prime fasi dell'indagine emergeva una situazione di estremo degrado nella quale la ragazzina ed i suoi fratelli, rispettivamente di 1 e 2 anni, risultavano essere totalmente assoggettati al volere dei genitori, costretti a subire maltrattamenti fisici (frustate ed altro) e ad assistere finanche ad agiti sessuali, tenuti costantemente sotto minacce del tipo "ti ammazzo, ti brucio gli occhi".
Alla luce di questo quadro aberrante i tre minori venivano collocati in protezione, ai sensi dell'art. 403 c.c ed i genitori, un trentanovenne ed una quarantenne, entrambi di origine rumena e con precedenti per reati contro il patrimonio e la persona, indagati per il reato di maltrattamenti in famiglia aggravati e sottoposti dagli agenti della Squadra Mobile alla misura della custodia cautelare in carcere emessa dal locale G.I.P., in data 5 agosto u.s., su richiesta della Procura della Repubblica di Vercelli.
Il prosieguo dell'indagine consentiva, tuttavia, di ricostruire un quadro ben più grave che portava a ipotizzare che la ragazzina, oltre ad essere costantemente maltrattata, venisse regolarmente "offerta" dai genitori a clienti fidati, spesso anziani vercellesi, in cambio di piccole somme di denaro od altre utilità tra le quali piccole dosi di sostanze stupefacenti.
Venivano quindi denunciati per il reato di violenza sessuale aggravata due clienti abituali che per cifre irrisorie, 20 o 50 euro, pagate ai genitori, avevano abusato sessualmente della minore.
I due, un sessantottenne incensurato ed un sessantasettenne con precedenti per reati sessuali, entrambi vercellesi, venivano quindi tratti in arresto dalla Squadra Mobile, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal locale G.I.P., su richiesta della Procura della Repubblica di Vercelli.
La gravità delle condotte criminali contestate comportava il passaggio per ragioni di competenza, alla Procura della Repubblica distrettuale di Torino.
L'indagine permetteva successivamente di dimostrare l'abituale frequentazione sessuale con la minore di altri 4 soggetti, per lo più anziani vercellesi i quali venivano deferiti per il reato di violenza sessuale aggravata.
In particolare, gli indizi di colpevolezza raccolti dalla Polizia di Stato consentivano alla Procura della Repubblica di Torino di richiedere al G.I.P. presso il Tribunale di Torino misure cautelari per tre clienti, oltre che una nuova ordinanza cautelare per il reato di sfruttamento della prostituzione minorile a carico dei genitori, già precedentemente arrestati per i maltrattamenti in famiglia.
Il G.I.P. presso il Tribunale di Torino accoglieva la richiesta della Procura con l'adozione di una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere per i genitori, agli arresti domiciliari per 2 clienti e di un obbligo di dimora per un ulteriore cliente.
Nella giornata di giovedì gli Uomini della Squadra Mobile raggiungevano in carcere i genitori e presso le loro abitazioni i clienti, rispettivamente un settantatreenne vercellese incensurato, un diciannovenne di origine rom con precedenti per reati contro il patrimonio ed in materia di stupefacenti ed un sessantunenne vercellese incensurato dove davano esecuzione alle predette misure cautelari.
Tutte le ipotesi di reato contestate dovranno essere confermate all'esito del processo di merito a carico dei presunti responsabili.