La D.I.G.O.S. della Questura di Vercelli, a seguito di un’intensa e articolata attività di indagine, ha denunciato un italiano residente in questa provincia, per porto abusivo e possesso illegale di armi, nonché per la detenzione abusiva di alcune divise militari e per la contraffazione e detenzione di un tesserino dell’Esercito Italiano.
Da tempo la Polizia di Stato si era messa sulle tracce di un soggetto che aveva fatto credere a diverse persone di essere un appartenente alle forze armate e ai servizi segreti.
L’uomo aveva iniziato anche a frequentare un corso da pilota d’aereo da turismo. Le stravaganti richieste fatte agli istruttori durante lo svolgimento delle lezioni per il conseguimento del brevetto, tra cui il voler imparare a volare a bassissima quota (in gergo “BBQ”) e la possibilità di trasportare armi sugli aerei, hanno immediatamente destato l’interesse degli investigatori della D.I.G.O.S., che hanno avviato tempestivamente una serrata attività di indagine volta a scoprire i piani dell’uomo.
Durante l’attività di indagine è emerso che, a dire dell’uomo, il brevetto e il volo “BBQ” gli erano stati ordinati dai suoi “superiori” per effettuare operazioni di esfiltrazione in ambienti di guerriglia.
Invero, l’uomo, disoccupato, classe ‘65, titolare di una licenza di collezione e di porto d’armi per uso sportivo, deteneva circa un centinaio di armi, tra pistole, sciabole, pugnali e, soprattutto, armi lunghe con puntatori di precisione. Inoltre, era un esperto conoscitore dell’ambiente degli appassionati di armi e, anche in quell’ambiente, aveva fatto circolare la voce di essere un ufficiale militare.
Per dimostrare la veridicità delle sue affermazioni, l’uomo aveva contraffatto un tesserino attestante l’appartenenza all’esercito italiano, si era procurato delle divise militari con i gradi da ufficiale, usava indossare pantaloni mimetici scuri e usciva spesso di casa armato di pistola.
Nel corso dell’indagine, coordinata dalla locale Procura della Repubblica e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, si aveva modo di accertare che il soggetto non era un appartenente ai servizi segreti, che in diverse occasioni aveva portato delle armi al seguito e che addirittura aveva commissionato la progettazione di un aereo, che nelle sue intenzioni doveva servire per operazioni in ambienti di guerriglia, quindi con caratteristiche tali da trasportare militari e materiali di armamento in questi scenari.
A seguito di perquisizione eseguita dagli agenti della D.I.G.O.S., con l’ausilio delle unità cinofile “anti – esplosivo”, disposta dalla Procura della Repubblica di Vercelli, venivano ritrovate e sequestrate all’interno dell’abitazione e sue pertinenze diverse armi, nonché circa 9 Kg di polvere da sparo e moltissime munizioni; inoltre, venivano sequestrate per motivi sicurezza nr. 97 tra pistole, armi bianche, carabine e anche un fucile di precisione “fortmeier”.
All’interno di una camera da letto veniva rinvenuto un pantalone mimetico con all’interno occultata, in un tascone laterale, una pistola Glock con un caricatore inserito ed uno di scorta. Nella tasca posteriore vi era un basco militare e il portafoglio che conteneva un tesserino completamente contraffatto completo di stemma metallico ministeriale e gradi da maggiore, attestante l’appartenenza all’esercito italiano.
Dall’analisi del computer e altro materiale informatico curato dagli analisti della D.I.G.O.S. sono emersi vari files contenenti i templates del tesserino contraffatto e progetti relativi alla fabbricazione di silenziatori per armi lunghe.
In effetti il soggetto aveva anche iniziato a produrre, in proprio, grazie alle numerose attrezzature di cui disponeva nella propria officina, dei silenziatori per fucili e carabine. Nella sua abitazione ne veniva sequestrato uno già ultimato e diversi tubolari di metallo dai quali ne avrebbe ricavati altri.
Gli operatori di Polizia hanno recuperato altresì diversi progetti relativi alla costruzione di un aeromobile, commissionati dall’uomo ad un ingegnere residente in un’altra provincia, al quale aveva fatto credere che il progetto sarebbe stato finanziato da fantomatici servizi segreti. Quest’ultimo poi è risultato essere all’oscuro delle reali intenzioni del suo interlocutore.