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UN PORTO SICURO

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Pellielo

 

                “ UN PORTO SICURO”

 

         La Polizia di Stato di Vercelli promuove una campagna di sensibilizzazione diretta a tutti i possessori di licenze di armi e, dunque a tutti gli appassionati che, a qualunque titolo, sono titolari di autorizzazioni rilasciate dalla Questura.

         Con questa iniziativa si vuole ricordare innanzitutto la necessità di adottare sempre, in ogni momento dell’uso e della successiva custodia dell’arma , i comportamenti più idonei a evitare inutili rischi per l’incolumità propria  e quella degli altri, mantenendo sempre la massima attenzione come dovuto in ogni attività pericolosa, quale il maneggio delle armi.

         Testimonial d’eccezione è il vercellese  Giovanni Pellielo, olimpionico di tiro al piattello specialità fossa olimpica e più volte campione del mondo , nonché valente collega, essendo anche un Ispettore della Polizia Penitenziaria del cui Gruppo sportivo, le Fiamme Azzurre, fa parte.

         La normativa che disciplina il possesso e l’uso delle armi è particolarmente dettagliata e giustamente rigorosa, ma si è voluto aggiungere alle prescrizioni che accompagnano il rilascio dei titoli relativi alle armi, l’esperienza di chi, con queste ha un intenso rapporto sportivo di altissimo livello.

         Il contributo di “Giò” Pellielo arriva nel momento in cui il campione vercellese ha rinnovato il porto d’armi per uso sportivo presso l’Ufficio Armi della Questura di Vercelli, a Lui abbiamo chiesto di regalarci una riflessione per la più corretta gestione di un’arma e di illustrarcela attraverso un’intervista, per condividerlo con tutti gli utenti.

         Abbiamo voluto chiamare questa campagna informativa “un porto sicuro”, per sottolineare come per i naviganti un approdo riparato sia un rifugio dal pericolo e dalle insidie di un’attività rischiosa, altrettanto il porto d’armi, e il rispetto delle sue prescrizioni, appaia per un appassionato delle armi un sinonimo di garanzia e  di tranquillità.

Vercelli, 15 maggio 2018

 

 

 Intervista

Il Portavoce della Questura di Vercelli, Silvia Peirolo, incontra oggi Giovanni Pellielo, un grande sportivo vercellese , campione di tiro al piattello fossa olimpica, al quale rivolge alcune domande sul suo rapporto con le armi.

Nel  palmares di “Giò” spiccano  7 olimpiadi, nelle quali ha vinto tre argenti e un bronzo individuali, 4 titoli mondiali individuali e 11 a squadre.

POLIZIA  :   Pellielo, grazie per aver accettato di partecipare a questa iniziativa con la quale la Questura di Vercelli intende sensibilizzare gli appassionati al tiro, e comunque tutti coloro i quali possiedono armi a tenere quei comportamenti che garantiscano la sicurezza nel maneggio delle armi.

PELLIELO : Grazie a Voi per questa occasione di poter condividere l’esperienza di tiratore che esercito da 30 anni nei quali ho sviluppato sempre più la passione per il mio sport, imparando a non sottovalutare mai i pericoli connessi all’uso di un‘arma. Tra l’altro, poiché appartengo a corpo di polizia,  partecipo a questo compito con spirito “ di servizio”.

POLIZIA   : Allora qual è il primo consiglio che  sente di dare agli appassionati delle armi, l’accortezza che deve essere sempre adottata?

PELLIELO  Può sembrare banale, ma il primo consiglio è quello di verificare sempre che l’arma sia scarica. Non avete idea di quanti incidenti sono causati da questa imperizia.

POLIZIA  : Le è mai capitato di aver sottovalutato una situazione e di non aver rispettato una norna di sicurezza?

PELLIELO No. Mai. Mia madre, che mi ha trasferito questa grande passione per il tiro, mi ha insegnato a usare una grande prudenza nell’uso dell’arma. E io l’ho sempre ascoltata.

POLIZIA :  Quindi per godere a pieno della propria passione per il tiro il rispetto delle norme di sicurezza è indispensabile .

PELLIELO Certo, quando insegno agli allievi più giovani ,la parte più importante è quella dedicata all’educazione alle norme di sicurezza.  Chi dimostra un atteggiamento da “ pistolero” viene invitato a cambiare sport.

POLIZIA  Oltre al rispetto delle cautele di sicurezza nell’uso delle armi, un ultima raccomandazione.

PELLIELO Per stare tranquilli, non dimenticare mai di controllare la licenza di porto d’armi. Si è in regola e quindi ci si diverte di più perché ci si sente a posto.

Essere sportivi, gareggiare e se possibile vincere richiede una grande disciplina, e non mi riferisco solo agli allenamenti e ai sacrifici personali, ma anche all’indispensabile attenzione per il rispetto delle norme che sono a tutela della sicurezza di chi usa un’arma.

 

 

Nel corso della mia storia sportiva, ho avuto tre grandi alleati e compagni di viaggio che sono stati determinanti per poter svolgere la mia attività: le mie armi, le mie munizioni e la mia Licenza di Porto d’Armi.

Ognuno, in modo differente, mi ha permesso di vivere il mio piccolo mondo antico nella pienezza della conoscenza e della verità consentendomi di essere ciò che oggi sono.

Desidero soffermarmi sul terzo grande alleato, il Porto d’Armi, senza il quale non avrei potuto esercitare il mio meraviglioso sport poiché non avrei potuto acquistare e trasportare gli altri due strumenti fondamentali per lo svolgimento del medesimo. Lo affronterò con una visione apparentemente non comune, un modo di intenderlo che prescinde dalle obbligate qualità, sinonimo di perbenismo, senza le quali non può essere rilasciato.

Essendo una Licenza che viene rilasciata con criteri particolari, aggiuntivi a quelli di una comune altra licenza, mi ha da sempre affascinato l’idea dell’essenza della concessione, cioè l’uso della discrezionalità ovvero  la libera azione e valutazione da parte del Funzionario entro i limiti generali fissati dalla legge con cui può o meno concederla, e quindi anche l’onere e  la responsabilità nel farlo.

Questo termine, cioè la discrezionalità,  presuppone che l’ Autorità preposta valuti una integrità psico-fisica e morale che non viene considerata per altri documenti di cui un individuo ha diritto come la carta d’identità o la patente di guida. E quindi sembra quasi che la licenza per il porto d’armi valga di più, perché richiede più attenzione.

Il fascino sta proprio nel fatto che la mia licenza mi è servita anche come monito per essere ogni giorno una persona migliore.

Ha esaltato in me la capacità di essere profondamente riflessivo di fronte alle circostanze della vita, perche avrei potuto, in virtu’ della discrezionalità del giudizio, facendomi trasportare da moti istintivi e poco riflessivi, incorrere nella possibilità di un futuro diniego all’atto del rinnovo.

Il pensiero di perdere il mio preziosissimo strumento ha accresciuto in me la forza della sopportazione di fronte ai mille casi in cui l’uomo viene sottoposto nel corso della vita, che a volte, senza un grande autocontrollo, indurrebbero a compiere azioni sbagliate.

Ha accresciuto in me l’autostima, perché ogni volta che lo esibisco a chi è preposto ai controlli, accresce il mio valore personale e morale.

Ha stimolato l’uso consapevole della ragione che sovrasta l’istinto.

L’essere “in regola” mi ha permesso di vivere emozioni forti come quando partii per il Messico col mio fucile che non arrivò a destinazione se non il giorno prima della gara. La sofferenza dell’eventuale suo smarrimento e dei problemi ad esso connessi, svanì nel momento in cui lo ritrovarono a Caracas e giunse a Città del Messico il giorno prima della gara, l’avere la documentazione in ordine fu fondamentale e rientrai in possesso del mio fucile rapidamente. La gioia fu talmente grande che stravinsi anche quella prova di Coppa del Mondo.

Ha esaltato in me la fiducia nelle Istituzioni dello Stato e nelle  Forze di Polizia di cui orgogliosamente faccio parte perché grazie alla loro attività  io posso praticare la mia disciplina in totale sicurezza, certo che ciò accada per tutti gli altri.

Utilizziamo questa Licenza, quindi con la consapevolezza che possiamo essere tutti migliori di ciò che siamo, non in virtu’ dell’arma che portiamo con noi, ma per ciò che quello strumento ci stimola quotidianamente ad essere: semplicemente migliori.

                                                                                                                                                                                                                                                        Giovanni Pellielo

 


17/05/2018
(modificato il 18/05/2018)

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